domenica 13 gennaio 2013

Notizie da Lilliput 61: Bay City Blues. Revisited


La vista oltre le grandi vetrate liberty è oscurata dalle nuvole minacciose che a volte si levano sull’oceano di Santa Monica. La donna lancia uno sguardo contrariato all’orizzonte, borbottando parole in una lingua incomprensibile a chiunque, lì. Dal piano di sotto sente distintamente le voci e le musiche provenienti dalla sala da ballo e stringe le labbra, in un moto di disgusto.

La ruota panoramica dell’Hippodrome gira instancabilmente, spaziando dall’arenile al molo, dal centro città alla periferia. Ai suoi piedi, anche se dalla stanza non è possibile distinguerli, i baracchini di zucchero filato e hot dog, con il loro profumo irresistibile, attirano i soliti avventori, non mancando di stimolare l’acquolina in bocca perfino alla statua della santa patrona, poco più avanti.

Ma i pensieri della donna sono concentrati altrove, sulla villa che ha dovuto lasciare, anche se momentaneamente, affacciata sulla baia di San Francisco. Le luci, i palazzi, la vita brillante: tutto lontano, lontanissimo dall’immobilità greve che irretisce in città, nella Bay City chandleriana priva di svaghi, di eccitazione, di divertimenti.

Un nuovo accesso di stizza le contrae i tratti del volto, affilato e levigato dal sole e dalla salsedine della sua terra e in parte ritrovati anche in questi luoghi, dall’altra parte del mondo, con immenso piacere e un’ombra di nostalgia.

Nonostante il tempo trascorso, ancora non ha deciso se sia stata una buona idea, accettare il suggerimento del fratello già approdato a San Francisco, e seguirlo fin qua, dopo il consueto soggiorno-quarantena a New York: le distanze, le misure, i suoni, i paesaggi stessi, infatti, continuano a confonderla, continuano a respingerla, continuano a angosciarla.

Nemmeno la luna di miele, nemmeno la vicinanza del marito riesce a cancellare la sensazione sorda e costante di insoddisfazione, di incompletezza, che la accompagna da quando ha tradito l’Europa per il Nuovo Mondo. E poco importa, ormai, che il confronto tra quelle due realtà sia stato facilmente vinto dalla seconda, carica di possibilità e orizzonti impensabili altrimenti; l’aria, le facce, la terra, semplicemente, sono diversi e forse mendaci.

Un profumo imprevisto strappa la donna alle idee che affollano la sua mente anche durante questi giorni di vacanza forzata: gli occhi seguono presto il naso sporgendosi nuovamente oltre il balcone, giù per strada; nonostante l’impegno, tuttavia, non riescono a individuare l’origine di quella fragranza che, pure, ha una nota così familiare.

Da qualche parte un orologio batte le ore: a casa, in Italia, è notte fonda. Ma forse, adesso, è un po’ meno lontana.

E.M.