La vista oltre le grandi
vetrate liberty è oscurata dalle nuvole minacciose che a volte si levano
sull’oceano di Santa Monica. La
donna lancia uno sguardo contrariato all’orizzonte, borbottando parole in una
lingua incomprensibile a chiunque, lì. Dal piano di sotto sente distintamente
le voci e le musiche provenienti dalla sala da ballo e stringe le labbra, in un
moto di disgusto.
La ruota panoramica dell’Hippodrome gira instancabilmente,
spaziando dall’arenile al molo, dal centro città alla periferia. Ai suoi piedi,
anche se dalla stanza non è possibile distinguerli, i baracchini di zucchero filato e
hot dog, con il loro profumo irresistibile, attirano i soliti avventori, non
mancando di stimolare l’acquolina in bocca perfino alla statua della santa
patrona, poco più avanti.
Ma i pensieri della donna sono concentrati altrove, sulla villa che ha dovuto lasciare, anche
se momentaneamente, affacciata sulla baia di San Francisco. Le luci, i palazzi, la vita brillante: tutto
lontano, lontanissimo dall’immobilità greve che irretisce in città, nella
Bay City chandleriana priva di
svaghi, di eccitazione, di divertimenti.
Un nuovo accesso di stizza le
contrae i tratti del volto, affilato e levigato dal sole e dalla salsedine
della sua terra e in parte ritrovati anche in questi luoghi, dall’altra parte del mondo, con
immenso piacere e un’ombra di nostalgia.
Nonostante il tempo
trascorso, ancora non ha deciso se sia stata una buona idea, accettare il
suggerimento del fratello già approdato a San
Francisco, e seguirlo fin qua, dopo il consueto soggiorno-quarantena a New York: le distanze, le misure, i
suoni, i paesaggi stessi, infatti, continuano a confonderla, continuano a
respingerla, continuano a angosciarla.
Nemmeno la luna di miele,
nemmeno la vicinanza del marito riesce a cancellare la sensazione sorda e
costante di insoddisfazione, di incompletezza, che la accompagna da quando ha
tradito l’Europa per il Nuovo Mondo. E poco importa, ormai, che
il confronto tra quelle due realtà sia stato facilmente vinto dalla seconda,
carica di possibilità e orizzonti impensabili altrimenti; l’aria, le facce, la
terra, semplicemente, sono diversi e forse mendaci.
Un profumo imprevisto strappa
la donna alle idee che affollano la sua mente anche durante questi
giorni di vacanza forzata: gli occhi seguono presto il naso sporgendosi
nuovamente oltre il balcone, giù per strada; nonostante l’impegno, tuttavia,
non riescono a individuare l’origine di quella fragranza che, pure, ha una nota
così familiare.
Da qualche parte un orologio
batte le ore: a casa, in Italia, è
notte fonda. Ma forse, adesso, è un po’ meno lontana.
E.M.
E.M.
