martedì 9 ottobre 2012

Notizie da Lilliput 26: L'amore al tempo di Mazel Tov

A volte, se si è molto fortunati, può capitare di camminare per qualche isolata stradina di campagna dell’Illinois e, sollevando lo sguardo, imbattersi in una coppia di sposi fluttuanti.

Lei sottile, bionda e bianca, quasi una nuvola di seta e tulle; lui alto, solido, scuro, con il sorriso aperto della gente del Wisconsin: aleggiano sopra il tetto della stalla nella quale si sono appena uniti in matrimonio, circondati da stivali da cowboy, lacrime e sospiri soffocati.


Per un volo così etereo, la cerimonia deve essere stata piuttosto veloce, ma non affrettata, accompagnata dal canto partecipe di un cugino o di un amico del tutto compreso nel ruolo assegnatogli dalla comunità, equamente ripartita tra ebrei e cristiani, tra tifosi dei Bears e seguaci dei Green Bay Packers.


A officiare il rito si è probabilmente presentato un uomo dal viso baffuto e dolce, che ha ricordato le sagge parole di qualche nativo americano, nel pregevole intento di mantenere una giusta distanza tra i diversi credo religiosi altrimenti pericolosamente sbilanciati in sala.


I paggetti e le damigelle, tuttavia, incuranti del momento storico loro intorno, si saranno stancati ben presto dell’espressione seria ripetuta più e più volte durante le prove, regalando stupore o irritazione a quanti si trovassero lì vicino.


Qualche anziano ha certamente ricordato, e sussurrato nell'orecchio del vicino, il Bat Mitzvah della sposa, puntuale e precisa nel salmodiare i brani della Torah, e già avrà sognato il prossimo, quello in cui la festeggiata di oggi aspetterà trepidante di vedere la propria figlia, affrontare gli stessi, complessi passaggi sui quali lei si è arrovellata ieri.


La piccola orchestra klezmer si è ormai trasformata in una grande formazione blues, scatenando gli invitati in una sarabanda di suoni e di parole da cui difficilmente si saranno separati. Perfino i più restii, i solitari, i timidi o le vedove non avranno saputo resistere al richiamo ancestrale, ritrovandosi in pista a sgomitare, anche più accanitamente degli altri, al fianco di fratelli, di figlie, di nipoti.


Nell'incanto durato fino all'alba, quando uomini, animali e cose sono tornati alle loro occupazioni abituali, si sarà trattenuto il fiato fino all'evento più importante della festa, durante il quale la coppia ormai ufficializzata si sarà seduta su due sedie e sarà stata sollevata da braccia forti a ritmo di musica, in un vortice di facce, di gambe, di note e di risate che avrà danzato loro intorno ininterrottamente.


Qualche tempo dopo gli sposi, favoriti dal torpore sceso sui musici e sui partecipanti, si saranno probabilmente guardati negli occhi e, con un cenno minimo del capo e un sorriso, avranno volteggiato al di sopra delle teste reclinate per la stanchezza, ritrovandosi nella luce rosata del giorno a osservare i voti pronunciati la sera prima l’uno nei confronti dell’altra, da qui all'eternità.


E.M., Chicago