domenica 9 dicembre 2012

Il Fu Mattia Pascal di Pirandello gratis per Kindle su Amazon

Il Fu Mattia Pascal di Pirandello gratis per Kindle
Il Fu Mattia Pascal, capolavoro della letteratura italiana, pubblicato da Luigi Pirandello nel 1904, è scaricabile gratuitamente su Amazon in versione ebook per Kindle. L'edizione digitale è quella degli Oscar Mondadori, con introduzione di Marziano Guglielminetti, cronologia di Simona Costa, note e appendice di Laura Nay.

Si tratta del terzo romanzo dello scrittore siciliano Premio Nobel, apparso a puntate sulla rivista Nuova Antologia nella primavera del 1904. Protagonista della vicenda, tanto surreale quanto umoristica ed esistenzialistica, è il bibliotecario Mattia Pascal, che cambia nome e vita dopo essere stato ritenuto morto dai suoi cari.

Il romanzo può essere letto come un grottesco viaggio esistenziale nei processi che determinano l'identità dell'uomo nel mondo contemporaneo, mettendo in luce l'impossibilità per l'essere umano di poter realmente guidare la propria vita ed essere padrone del proprio destino.

Infatti, l'iniziale felicità, dovuta alla possibilità di poter azzerare il proprio passato e poter così, come in un sogno, iniziare una nuova vita, si rivela ben presto un'illusione. Adriano Meis, nato dalle ceneri del fu Mattia Pascal, si rivela un uomo incapace di poter mettere a frutto l'occasione offertagli dal destino, trasformandosi in una nuova prigione identitaria per il bibliotecario creduto morto.

La distrazione dalla vecchia vita ha poca durata, perché l'essere umano, come aveva già suggerito il filosofo francese Blaise Pascal, per quanti sforzi faccia "nel crudele intento di strappare, di distruggere le illusioni che la provvida natura ci aveva create a fin di bene" non ci riesce. 

La distrazione e l'illusione passano, lasciando l'uomo di fronte alla propria condizione umana:


Siamo o non siamo su un’invisibile trottolina, cui fa da ferza un fil di sole, su un granellino di sabbia impazzito che gira e gira e gira, senza saper perché, senza pervenir mai a destino, come se ci provasse gusto a girar così, per farci sentire ora un po’ più di caldo, ora un po’ più di freddo, e per farci morire – spesso con la coscienza d’aver commesso una sequela di piccole sciocchezze – dopo cinquanta o sessanta giri?


Per saperne di più: