
La pioggia quando cade, a Santa Monica, porta con sé la sorpresa e la gioia dei desideri a lungo coccolati e finalmente diventati reali; delle pellicole di tanti anni fa, quelle in cui ci si muoveva a passo di danza sotto diluvi torrenziali; delle forme delle cose, dei loro colori, dei loro odori e dei loro sapori, irrimediabilmente trasfigurati e trascesi.
Il cielo, da azzurro e giallo, si fa di colpo grigio e basso, coperto di nuvole scure e borbottanti, che fremono dalla voglia di rilasciare il proprio carico in basso, sulle teste e sulle automobili, sulle strade e sui marciapiedi, sulle case e sui giardini.
Gli uccelli, tra i primi a registrare il cambiamento di scenario, si affrettano scompostamente in direzione di nidi e rifugi, grati a Madre Natura per i tanti alberi e i tanti cespugli a loro disposizione. Il canto congelatosi nelle piccole trachee, aspetteranno pazientemente che il maltempo si sia allontanato, prima di uscire nuovamente a annunciare il proprio verbo.
Gli uomini e le donne che si muovono quotidianamente all'aperto, invece, non sembrano curarsi più di tanto del diverso disegno: col passare dei minuti, delle ore e, raramente, perfino dei giorni, continueranno a sbrigare le proprie faccende dimenticandosi di galosce e di stivali, di ombrelli e di impermeabili.
Lentamente, una, due, dieci gocce iniziano a cadere sui comignoli, sui tetti, sui cornicioni: dall'interno delle abitazioni ci si accorge all'improvviso del bussare ritmico dell’acqua sugli abbaini fino a poco prima chiari di sole e ora bui di temporale. La sua presenza, da questo momento in poi, si farà indiscreta, talvolta chiassosa, trasformandola infine in coinquilina invadente capace di mangiare, bere e dormire con i suoi meravigliati ospiti.
La pioggia, infatti, che di rado si presenta accompagnata da tuoni e fulmini, arriva per cercare facce amiche che sappiano confortarla e consolarla; arriva da lontano, nella speranza di alleviare la grande solitudine che sente dentro rovesciandosi e disperdendosi ovunque le sia consentito farlo.
Insolitamente scrupolosa, tuttavia, spesso teme di rivelarsi inopportuna, riducendo la visita allo stretto necessario o, addirittura, annunciandosi per poi desistere e defilarsi, deludendo le aspettative di quanti nella sua venuta abbiano confidato, per un sollievo alla terra e alle sue colture.
Le cose, gli animali, le persone, intanto, si beano quanto più possibile del proprio, insolito, stato, dispiacendosi al contempo dell’imminente ritorno del Sempre Uguale. Mentre l’oceano, solleticato da quella danza leggera sulla sua superficie increspata, si gingilla nell'attesa, risvegliando le divinità sonnacchiose sui suoi fondali e richiamando le creature distratte a pagare il giusto tributo all'Inatteso, all'Eccezionale.
E.M., Santa Monica