lunedì 4 marzo 2013

Notizie da Lilliput 83: Corvo Seduto

corvo seduto
Un corvo nero, forte e robusto, fissa con occhio luccicante la strada sotto di sé: studia dove fermarsi a riposare le ali, affaticate dal lungo volo. Già da qualche tempo, infatti, ha lasciato il nido, a pochi balzi da un ricovero di scoiattoli, per curiosare la vita lungo Main Street, in una mattinata qualunque di un marzo qualunque.

Con voce stridula e monocorde annuncia al mondo intero la propria intenzione di appollaiarsi su un attaccapanni bianco sporco, carico degli oggetti più disparati (colapasta, collane, ombrelli), bizzarramente sistemato al centro di uno dei tanti appezzamenti di terra coltivata che separano la “strada principale” di Santa Monica da quella a ridosso dell’oceano.

Sistematosi comodamente tra i rami rivisitati del suo nuovo, eccitante, punto d’osservazione, il corvo si liscia vanitosamente le sue piume di seta, rotolando al contempo le pupille di qua e di là, in infaticabile perlustrazione dell’ambiente sottostante che, come sempre accade da queste parti, pullula di uomini e di cani, di automobili e di passeggini, di ristorantini vegani e di piccole boutique alla moda.

E l’uccello, forse confuso, sicuramente attratto da tanta vitalità, ha scelto con cura la propria postazione, dalla quale può tenere sotto controllo il traffico che fluisce scorrevole da e verso il cuore commerciale della città e quello che dalle ville e villette in legno e muratura sulla collina prospiciente punta dritto alla spiaggia, meta privilegiata di autoctoni e forestieri in qualsiasi periodo dell’anno; il cicaleccio continuo dei passanti, a volte impegnati in una corsa salutare, altre volte più inclini a riversarsi su sedie e panchine, diffuse lungo il tragitto, a riposare i piedi caldi e le teste stanche e quello delle clienti dei vari saloni di bellezza aperti tutto il giorno, tutti i giorni dell’anno.

L’abbaiare furioso di un cane di piccola taglia lo distoglie per un istante dal suo scrutare pensoso: piegando in avanti il corpo rigido e impettito, allora, socchiude gli occhi, fulminando l'aggressore, che, interdetto da simile audacia, desiste e, trascinato per il collo da un proprietario infastidito, mosciamente decreta la propria disfatta, lasciando il pennuto a crogiolarsi, gongolante e dondolante.

Scrollando la testa superba, come a scacciare un’immagine sgradita, il vincitore ricomincia così a perlustrare i dintorni, posando lo sguardo indagatore e indiscreto sulle vite degli altri. L’atmosfera, tuttavia, sembra essersi guastata; il vivace scambio verificatosi poco prima sembra aver ammorbato irrimediabilmente il piacere della scoperta e dell’indagine. 

Il corvo, dunque, spiega di nuovo le ali frullandole nell’aria con compiacimento misto a presunzione; scocca un’ultima occhiata a ciò che lo circonda e, gracchiando orgogliosamente, abbandona la scena, in cerca di altre suggestioni e di altre avventure.

E. M., Santa Monica