venerdì 7 dicembre 2012

Sock puppet scandal: Amazon cancella false recensioni

Da qualche tempo Amazon ha deciso di cancellare un buon numero di recensioni di libri considerate sospette.

Si tratta di recensioni scritte con l'intento di esaltare la propria opera oppure realizzate ad hoc per denigrare il libro di un autore concorrente; di recensioni "false" create utilizzando account "fake", ma anche "consigli di lettura" scritti da persone che, a giudizio di Amazon, hanno un interesse in comune con l'autore del libro in questione.

Tutto parte dal cosiddetto scandalo delle "sock puppet" del quale si è parlato, e si continua a parlare, in Gran Bretagna. Tutto nasce dalle dichiarazioni dello scrittore britannico Stephen Leather, il quale ha ammesso di aver creato dei falsi account su Amazon (e non solo), in modo da recensire in maniera lusinghiera i suoi stessi romanzi.

Tale rivelazione ha suscitato un vero e proprio dibattito sul comportamento degli autori nei confronti delle recensioni "postate" su Amazon, dal quale è emerso come molti scrittori, non solo hanno recensito in maniera positiva il proprio libro, ma hanno addirittura attaccato in maniera distruttiva le opere di autori rivali.

The sock puppet scandal
Lo scandalo relativo alle false customer review online è venuto fuori nel luglio 2012 durante il famoso Harrogate Crime Writing Festival. La vicenda, più che da un romanzo criminale, sembra uscita da una fiction di spionaggio. Protagonisti, oltre al già citato Stephen Leather, il collega, anch'egli autore di romanzi thriller, Steve Mosby.

Così, durante la manifestazione culturale, Leather, in uno scambio di opinioni alquanto confidenziale con Mosby, ha ammesso candidamente di aver utilizzato dei "sock puppet" account (account farlocchi) per promuovere il proprio libro. Mosby, però, non si è limitato ad ascoltare il collega, ma ne ha registrato la conversazione, pubblicandola poi nel suo blog personale The left room.

La "amichevole ed occasionale conversazione sugli eBook" faceva parte di un più ampio file audio, dedicato al Festival, che Mosby ha venduto per 3 sterline. Ma veniamo al punto.

Cosa ha detto Leather di così compromettente? Ebbene, egli ha confidato di frequentare diversi forum, alcuni anche molto famosi, nei quali ha "postato" interventi, firmati sia col suo nome reale, sia con altri nomi di persona inventati o di "personaggi" inventati. Nei post si discute, ovviamente, di libri. Per lo più dei suoi libri.

In questo modo, i personaggi fittizi dialogano con il vero Leather, così da creare una vera e propria "rete" di consenso attorno alle sue opere.

Insomma, un artificio pubblicitario, ha ammesso all'inizio Leather, che gli ha permesso di acquisire fan e lettori.  L'intento, ha detto ancora l'autore britannico, non era tanto quello di "prendere in giro" il pubblico, quanto quello di creare un vero e proprio "buzz" intorno al libro, un passaparola fittizio che, nel giro di poco tempo, coinvolgesse altre persone che, in questo modo, si trovavano a parlare del libro e dell'autore.

Questo, almeno, è quanto riportato da Steve Mosby sul suo blog. E' chiaro che a quel punto Stephen Leather ha cercato di spiegare l'accaduto dal suo punto di vista, direttamente dal suo blog How To Make A Million Dollars From Writing eBooks (or How I Learned To Love The Kindle). E tutto sarebbe potuto finire lì, con una semplice diatriba tra autori e le loro strategie di marketing non convenzionale.

Ma così non è stato. Infatti, il tutto si è complicato quando un altro autore inglese, questa volta non di romanzi criminali ma finalmente di spy novel, Jeremy Duns, ha cominciato a indagare sui "fake" creati da Leather in Rete; ha cominciato a occuparsi della questione relative alle "several unethical practices he is fond of using", oltre che su Twitter e su Face Book, sul suo blog The Debrief.

Dalle sue indagini è emerso, come riportato anche da Laura Hazard Owen nel sito PaidContent.org, che Leather avrebbe creato un "sock puppet account" utilizzando il nome di Steve Roach, uno scrittore in carne ed ossa. Per farla breve, Leather avrebbe creato una campagna mediatica contro Roach per circa un anno, sia su Amazon, sia su Twitter con un falso account.

Leather ha poi ammesso di aver utilizzato diversi "fake account" su Amazon e su Twitter, affermando che avrebbe dovuto "tenere la bocca chiusa". Su giornali e blog, soprattutto inglesi, la vicenda ha avuto molto seguito.

Alcuni scrittori hanno chiesto ad Amazon, Kobo e B&N di effettuare maggiori controlli sulle recensioni. In molti si sono chiesti come fermare le false recensioni online, mentre altri hanno evidenziato come queste tecniche di "auto-promozione" esistano da sempre.

Per queste ragioni, Amazon ha deciso di eliminare dalle proprie pagine le "recensioni sospette", ovvero quelle scritte con lo scopo di esaltare la propria opera (o quella di una persona "vicina"), nonché realizzate ad hoc per denigrare il libro di un altro autore.

Le lamentele, soprattutto in Gran Bretagna si sono alzate da varie parti, anche perché al momento Amazon non ha fornito dettagli sui criteri utilizzati per cancellare le recensioni "fake".

Per saperne di più: