Uso le parentesi non perché l'operazione chirurgica non sia andata a buon fine, al contrario, ma solo perché ora ciondola, come qualcuno di voi già saprà, su un paio di stampelle con le quali, prima ancora d'averle sperimentate, era sicuro di poter prendere le misure del globo terracqueo.
Ha dovuto invece rivedere i propri piani: macinare chilometri in quelle condizioni non è impresa di facile riuscita, nemmeno ora che la ripresa fisica è stata, a detta degli specialisti, inverosimilmente rapida.
Nonostante le apparenze siano tutte contro di me, comunque, vi assicuro che abbiamo beneficiato entrambi di questa svolta inaspettata degli eventi: è vero, io mi sono goduta le mie peregrinazioni lunghe e articolate per gli scorci più o meno conosciuti di Manhattan senza dovermi preoccupare del passo da mantenere o delle distanze da percorrere, ma lui, del resto, non ha dovuto più affrontare una turista alle prese con la città per la quarta volta in pochi anni, decisa a ripercorrerne ossessivamente i sentieri già tracciati in precedenza.
Intendiamoci bene: con tre settimane a mia disposizione, ho naturalmente ampliato (e non di poco) il raggio di deambulazione, galoppando per tutta l’area compresa tra l'Upper East Side e Lower Manhattan. Ma dubito mi sarebbe stato possibile fare altrettanto con due stampelle al seguito. Senza contare il notevole risparmio economico-energetico che gli ho graziosamente concesso…
Domani partirò alla volta dell'Italia soddisfatta, con la certezza d’aver salutato un Virgilio ugualmente soddisfatto il quale, se mai avesse dubitato delle mie preferenze solipsistiche, avrà avuto conferma delle medesime con i tentativi reiterati (vi assicuro, però, assolutamente involontari), di accartocciargli il piede offeso con lo sportello di svariati taxi…
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E.M., New York City
