Travolti da
un’insolita passione hollywoodiana, si può decidere di lasciare Santa Monica
alla volta di Bel Air, dove andare a caccia dei potenti, dei ricchissimi, dei
megalomani di Los Angeles.
Arroccati lungo i
tornanti di verdi, verdissime colline, i Signori della Città si nascondono
oltre eleganti siepi di confine, a ridosso di piscine mastodontiche, sotto gli
archi di sfarzose passeggiate coperte: a regnare, ovunque, è la consapevolezza
del proprio potere, della propria forza. Peccato, però, non del proprio buon
gusto.
A proteggere queste
vite costose, oltre a sofisticati sistemi di allarme, è la discrezione di
dipendenti privati e pubblici che, con studiata indifferenza, montano un
ponteggio, scavano una buca, erigono una palizzata.
Accomunati dalla
pelle olivastra e dai lineamenti scuri dei latinoamericani, sfoggiano dentature
perfette, parlano idiomi musicali e pazientemente accudiscono alle necessità
dei propri datori di lavoro.
Qua niente è fuori posto,
niente è lasciato al caso.
Le strade che, seppure
non particolarmente larghe, hanno nomi altisonanti, un po’ campagna toscana, un
po’ Ville Lumière, conducono, tra due ali di cespugli curatissimi e di piante
dalle forme barbaramente potate, a incantevoli scorci naturali, simili a quelli
di una mulattiera immersa tra ulivi e lentischio.
I mezzi a
percorrerle, invece, sono incredibilmente pochi: in un lunedì mattina qualsiasi
se ne contano a malapena una decina, forse anche meno. Salgono o scendono il
pendio con quieto distacco, avvezzi a trattare con i Grandi della Terra e
insensibili agli eventuali sguardi indiscreti loro indirizzati da passanti
occasionali.
Non che le automobili
scarseggino, in zona: al contrario, al di là di recinzioni e palizzate se ne
possono contare alcune di costose, o di molto costose, parcheggiate su viali
spazzati alla perfezione; ma su di loro sembra aleggiare un’aria di
indifferenza e di inutilizzo, quasi fossero simboli di un puro vezzo estetico,
piuttosto che di una finalità pratica.
A scarseggiare, in realtà, sono gli abitanti: perfino i pochissimi conducenti incrociati durante
la perlustrazione non necessariamente detengono la residenza. Perché su ville e
magioni, su castelli e mausolei, grava la stessa atmosfera avvertita davanti ai
garage: ovunque si respira un’assenza, ovunque si registra una mancanza. Di
calore umano, di empatia, di vita.
Che nemmeno il più
dotato tra i curiosi armati di cartina dettagliata sui rifugi dei personaggi
famosi (asserragliati fin sopra i cocuzzoli dei colli) saprà rivoltare a personale
vantaggio: nonostante il potere, nonostante la forza, dunque, ci sono cose che
perfino Bel Air non riesce a ottenere.
E.M., Santa Monica