mercoledì 13 marzo 2013

Notizie da Lilliput 90: I principi di Bel Air


Travolti da un’insolita passione hollywoodiana, si può decidere di lasciare Santa Monica alla volta di Bel Air, dove andare a caccia dei potenti, dei ricchissimi, dei megalomani di Los Angeles.

Arroccati lungo i tornanti di verdi, verdissime colline, i Signori della Città si nascondono oltre eleganti siepi di confine, a ridosso di piscine mastodontiche, sotto gli archi di sfarzose passeggiate coperte: a regnare, ovunque, è la consapevolezza del proprio potere, della propria forza. Peccato, però, non del proprio buon gusto.

A proteggere queste vite costose, oltre a sofisticati sistemi di allarme, è la discrezione di dipendenti privati e pubblici che, con studiata indifferenza, montano un ponteggio, scavano una buca, erigono una palizzata.

Accomunati dalla pelle olivastra e dai lineamenti scuri dei latinoamericani, sfoggiano dentature perfette, parlano idiomi musicali e pazientemente accudiscono alle necessità dei propri datori di lavoro.

Qua niente è fuori posto, niente è lasciato al caso.
Le strade che, seppure non particolarmente larghe, hanno nomi altisonanti, un po’ campagna toscana, un po’ Ville Lumière, conducono, tra due ali di cespugli curatissimi e di piante dalle forme barbaramente potate, a incantevoli scorci naturali, simili a quelli di una mulattiera immersa tra ulivi e lentischio.

I mezzi a percorrerle, invece, sono incredibilmente pochi: in un lunedì mattina qualsiasi se ne contano a malapena una decina, forse anche meno. Salgono o scendono il pendio con quieto distacco, avvezzi a trattare con i Grandi della Terra e insensibili agli eventuali sguardi indiscreti loro indirizzati da passanti occasionali.

Non che le automobili scarseggino, in zona: al contrario, al di là di recinzioni e palizzate se ne possono contare alcune di costose, o di molto costose, parcheggiate su viali spazzati alla perfezione; ma su di loro sembra aleggiare un’aria di indifferenza e di inutilizzo, quasi fossero simboli di un puro vezzo estetico, piuttosto che di una finalità pratica.

A scarseggiare, in realtà, sono gli abitanti: perfino i pochissimi conducenti incrociati durante la perlustrazione non necessariamente detengono la residenza. Perché su ville e magioni, su castelli e mausolei, grava la stessa atmosfera avvertita davanti ai garage: ovunque si respira un’assenza, ovunque si registra una mancanza. Di calore umano, di empatia, di vita.

Che nemmeno il più dotato tra i curiosi armati di cartina dettagliata sui rifugi dei personaggi famosi (asserragliati fin sopra i cocuzzoli dei colli) saprà rivoltare a personale vantaggio: nonostante il potere, nonostante la forza, dunque, ci sono cose che perfino Bel Air non riesce a ottenere.

E.M., Santa Monica