venerdì 8 marzo 2013

Notizie da Lilliput 86: Moonrise Kings


La luna porta con sé, da sempre, suggestioni diverse da quelle magnificate dal sole. Dall’alto del cielo nero governa spiriti indomiti e animi accesi, protegge pulsioni proibite e passioni nascoste, risveglia ricordi perduti e sentimenti assopiti. Trasforma e abbellisce, sfuma e rappacifica, consente e conturba.

Sotto di lei, sulla terra, uomini, animali e cose imparano a rispettarla e corteggiarla, amarla e venerarla. Nel suo nome si è pronti a compiere qualsiasi azione, si è inclini a rivedere qualsiasi credenza, si è disposti a produrre qualsiasi assunto.

A volte, poi, capita che nella sua luce si materializzino all’improvviso immagini a lungo dimenticate, figure care del passato, volti un tempo consueti e familiari. Che, chiudendo gli occhi e restando nel silenzio più assoluto, si può avere la fortuna di vedere e di sentire o, molto raramente, di raggiungere e sfiorare.

Confusi nel pulviscolo che colora l’aria notturna di tonalità spettrali, si ritrovano a chiacchierare amichevolmente questi fantasmi venuti da lontano al seguito di sogni e desideri inconfessabili, capaci di esprimersi solo a tarda ora, con la complicità del buio e dei suoi misteri.

Tra di loro, a popolare gli spazi vuoti lungo Montana Avenue, si riconoscono attori e registi, musicisti e scrittori, mecenati e finanzieri, dai nomi illustri e dalle vite intense. Arrivano alla spicciolata, uno tenendosi in disparte a osservare le dinamiche di gruppo, un altro salutando i presenti con trasporto; uno stringendo al petto un nuovo romanzo, un altro ripassando mentalmente i passaggi più difficili di una nuova canzone.

I tratti distesi di chi ormai non ha più niente da temere o per cui agitarsi, discutono animatamente tra di loro, ricorrendo a lingue e a dialetti sconosciuti al mondo del giorno. Vocali e consonanti si susseguono a ritmo forsennato, incontrandosi e scontrandosi, addolcendosi e inasprendosi, ognuna con il proprio carico di sospensione e di sensualità.    

Di quando in quando, una nota si leva troppo alta nel cielo scuro: i convenuti, allora, ammutoliscono e trattengono il respiro. Serrando le bocche, spalancando gli occhi, arginando i pensieri stanno in attesa, di un qualche pericolo, di un qualche allarme. Rassicurati dalla calma maestosa che li circonda, tuttavia, presto riprendono a parlare cercando di controllarsi, inutilmente.

La brezza che non smette mai di soffiare dall’oceano solleva lembi di tessuti variopinti, combinati secondo le mode più varie: minigonne e marsine, tight e gilet, tuniche e camicie iniziano a danzare in cerchio, rincorrendosi all’infinito a ogni angolo di strada.

Esauriti gli argomenti di conversazione, i partecipanti alla festa si stiracchiano le braccia, apostrofandosi con epiteti spiritosi; la luna, intanto, ha smesso di brillare e si prepara per andare a dormire.

Nella quiete che presto si farà fermento vitale, gli spettri si salutano una volta di più stringendosi la mano, abbracciandosi con trasporto. E mentre i primi raggi di sole colorano gli alberi e le piante, i tetti e i portoni, si allontanano velocemente, in direzione dei propri rifugi, delle proprie memorie.

E.M., Santa Monica