lunedì 20 agosto 2012

Notizie da Lilliput 12: Poesia a Baltimora

the forever marriage


Nelle righe a seguire potreste avvertire un certo snobismo culturale: non preoccupatevene troppo; in compenso, però, vi chiedo di non giudicarmi in modo esageratamente severo. 

Guardo sempre con una certa apprensione le copertine dei libri: è che sono piuttosto sensibile alla cura e all'aspetto dei prodotti editoriali, tanto da esprimere giudizi negativi in base al tipo di rilegatura, agli accostamenti cromatici, per non parlare, poi, delle eventuali (e ahinoi frequenti) imprecisioni ortografiche. 

Dal punto di vista estetico le edizioni americane sono, a mio avviso, spesso piuttosto approssimative, paradossalmente molto più accattivanti nelle versioni economiche che non in quelle, costose, “dalla copertina dura”. Il perché rimane un mistero, almeno per la sottoscritta. Che so, magari è cosa nota che i lettori a stelle e strisce, soprattutto ora con l’avvento degli e-book, preferiscano spendere meno e quindi debbano essere invogliati all'acquisto da un involucro piacevole alla vista piuttosto che da un brutto esempio cartonato appesantito, manco a dirlo, da una dubbia scelta grafica. 

So solo che, vedendomi porgere in regalo dal Virgilio un esemplare della prima specie, dalla dubbia veste e dal titolo anche peggiore (The Forever Marriage), ho vacillato, interrogandomi spietatamente sulla sua capacità di discernimento. Lui, infatti, pur conoscendo i miei gusti e la mia diffidenza, cerca pervicacemente di allontanarmene a vantaggio di territori inesplorati sebbene, almeno fino a oggi, affascinanti. 

Quindi, pronunciando parole blande (meglio, neutre), all’indirizzo dell’autrice dell’opera, Ann Bauer, mi sono ripromessa di iniziarne subito la lettura, non fosse altro che per poterla criticare, in un secondo momento, a ragion veduta. 

Invece, lo ammetto, ho dovuto ricredermi subito: a dispetto del Matrimonio eterno immortalato in copertina, la storia, per quanto apparentemente tragica e usurata (la morte del marito della protagonista, l’infedeltà di lei dovuta a profonda insoddisfazione, la successiva diagnosi di tumore al seno solo per citare alcune delle sue linee-guida), rivela fin dalle prime pagine un inaspettato, e perciò ancora più piacevole, risvolto ironico, uno sguardo quasi irriverente, decisamente poco ortodosso, sulla malattia e le difficoltà del con-vivere quotidiano. 

A metà tra una versione scanzonata e leggera di Emma Bovary e di una qualsiasi delle tante eroine di Alice Munro (la cui scoperta devo, per inciso, alla famosa testardaggine del Virgilio), Carmen Garrett, la protagonista del libro, riesce a intrigarti con le proprie vicissitudini ambientate nella Baltimora bene, nonostante (o forse, al contrario, grazie a) un narratore esterno, voce neutrale dell’intera vicenda. 

Il caso ha voluto che, negli stessi giorni in cui mi dedicavo alla lettura del libro (coincidenti, per il Virgilio, col periodo iniziale del suo forzato riposo), abbia proceduto alla visione meticolosa delle prime due stagioni di Breaking Bad, una serie televisiva in cui uno dei protagonisti si scopre improvvisamente malato di cancro. Anche in questo caso, però, complici il tono da commedia nera e le frequenti contrapposizioni parola/immagine, ho goduto di molti momenti piacevoli, certamente impensabili con uno sviluppo e un taglio seri e iperrealistici dell’argomento trattato. 

Un grande pensatore, un tempo, affermò come, dopo Auschwitz, non sarebbe stata più possibile la poesia. Si parva licet, invece, credo (e spero) che esempi come quelli succitati (e tanti altri rimasti al di fuori di queste brevi considerazioni), possano regalarci una prospettiva diversa e, perché no, un momento di svago, intelligente, in più.

E.M.

Per saperne di più:
Ann Bauer | The Forever Marriage web site

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