Accoglie l’estate e
l’inverno, il giorno feriale e quello festivo.
Promette stupori, sogni,
incanti e incubi.
Promette salite,
discese, novità e tradizione.
Promette cultura,
divertimenti, acqua e terra.
Il suo
attraversamento, con la faccia rivolta all’insù in direzione della possente
struttura rossa e i piedi saldamente ancorati al tappetino dell’auto nella
quale ci si trova in quel momento, trasfigura immediatamente in un rito di
passaggio, in un cerimoniale dagli accenti mitologici e letterari.
Lo sguardo sbanda da
sinistra a destra, e di nuovo da destra a sinistra, precipitando in un vortice
di richiami, di suggestioni, di citazioni e di accenni che accompagnano il traffico
incessantemente, da San Francisco a Marin County e viceversa.
A volte si ha perfino
la curiosa sensazione, guidando in vista del casello di pedaggio, di guadagnare,
metro dopo metro, l’ingresso a un qualche girone dantesco, fumi spessi e tonalità
grigiastre, da assaporarsi lentamente ma con la mente già proiettata all’eccitante
guado di un nuovo fiume Stige, le
cui acque scalpitano in basso, oltre il parapetto.
Accettare di
procedere in simili circostanze porta una consapevolezza di sapore diverso e
particolare, nel palato e nel cuore di chi sia tanto avventuroso da provare
quell’eccitazione insolita e conturbante.
Ci si gira ovunque,
allungando il collo, aguzzando le orecchie, allargando le narici, strizzando
gli occhi, in cerca di Caronte e
della sua barca, desiderosi quanto mai di superare il primo quarto e poi la
prima metà e poi il terzo quarto e poi la seconda metà del ponte, poco importa
verso quale direzione.
I sensi si eccitano e
si confondono, in un putiferio di immagini e di proiezioni, personali e
collettive, rosse di fiamme e gialle di zolfo, scalpitanti di zoccoli caprini e
riecheggianti di mille urla e di mille voci in un infinito rincorrersi di volti e di arti.
Moltitudini di
piccioni e di gabbiani, solleticati dal vento generoso della baia, volteggiano
tutt’intorno, incuranti dell’eccitazione che scuote molti degli abitacoli
pazientemente schierati sulla strada, ma animati, piuttosto, dall’incessante
ricerca di avanzi di cibo dimenticato ovunque da turisti distratti, chi dall’evocativo
isolotto di Alcatraz, chi dal
profilo prepotentemente europeo di San
Francisco.
Mentre la città,
ansiosa di mantenere le promesse fatte in ogni tempo e in ogni luogo, lustra le
proprie bellezze, in attesa di restituirle a chiunque sappia apprezzarle.
E.M.
E.M.