domenica 10 marzo 2013

Notizie da Lilliput 87: Ma che bel castello...


Tra palazzi contemporanei e edifici storici, nel cuore di Los Angeles si erge un castello particolare, con torri particolari e pinnacoli particolari, con merli particolari e ponti levatoi particolari, in cui folle devote si riuniscono, giorno dopo giorno, anno dopo anno, a seguire col fiato sospeso le gesta dei propri paladini, puntualmente impegnati in faticosi duelli.

I corpi protetti da armature luccicanti di sudore sotto torce dalla fiamma immortale, questi cavalieri, coraggiosi e magnanimi come solo gli eletti sanno essere, sfidano i propri avversari in estenuanti tornei, in cui il fascino spesso si combina alla magia, alla conquista del trofeo ambito da sempre, il Graal.

I più vecchi e saggi tra loro rivestono il compito ingrato di arginare l’entusiasmo, a volte eccessivo, degli inesperti, troppo inclini a dimenticare, o peggio ancora, a trascurare, le regole fondamentali del combattimento, a vantaggio di una competizione sleale, volta alla puntuale affermazione del più forte, non del più meritevole.

Maghi e stregoni si affollano a ridosso della corte, con i pentoloni traboccanti di pozioni incantate, capaci di restituire vigore e lucidità a menti e corpi altrimenti debilitati, quando non compromessi, dallo sforzo eccessivo finora compiuto.
Ingerito con attenzione il fluido rivitalizzante, i contendenti guadagnano nuovamente il campo, determinati a concludere quanto cominciato. Gli schieramenti iniziali, tuttavia, possono essersi modificati nel corso del tempo, nell’intento di permettere a tutti i convenuti, di numero variabile tra i dodici e quindici per parte, di contribuire alla vittoria finale.

Paggi e scudieri, infatti, sono talvolta chiamati a sostituire un partecipante caduto durante uno scontro particolarmente cruento: fieri del ruolo fortuito, questi giovani e giovanissimi raggiungono dunque i compagni di lotta con lo spirito alto di chi senta d’essere nel giusto e, impavidi, si perdono nella competizione.

Nobildonne e damigelle, frattanto, hanno seguito le gesta pugnaci con angoscia e trasporto, con trepidazione e sentimento, gemendo di fronte a ogni caduta o esultando davanti a ogni conquista.

Una simile partecipazione, di quando in quando, le ha addirittura spinte a abbandonare la calma serafica loro propria e a manifestare, al pari di qualsiasi altra creatura del popolo, la gioia e l’esultanza per i traguardi raggiunti dai loro eroi. Qualcuna, probabilmente, ha osato perfino sospirare e lanciare un bacio all’indirizzo del volto segretamente amato.

I minuti, succedendosi gli uni agli altri in rapida e sofferta sequenza, hanno ormai raggiunto il limite massimo consentito: solo una delle due fazioni, a breve, si aggiudicherà il premio, gettando l’altra nello sconforto e nel disappunto.

I cavalieri, ansimanti, acciaccati, esausti, abbandonano infine le posizioni originarie per confluire al centro del campo dove, sorridendosi, si stringono la mano o rinnovano il voto di reciproca amicizia: la partita è finita, il pallone è conservato. Tra pochi giorni saranno tutti pronti per un nuovo incontro, sotto la rete del canestro.

E.M., Santa Monica