Pochi chilometri a nord di
Chicago, incuneato mollemente tra campi da golf immacolati e sconfinati centri
commerciali, si erge l’esclusivo sobborgo di Northbrook, aristocratico baluardo
della cittadinanza di successo, quotidianamente divisa tra l’architetto
paesaggista lunatico ma chic, e le sedute settimanali dall'estetista vietnamita
dalla pronuncia cantilenante ma esotica.
Percorrendo le sue strade
ordinate e pulite, lungo le quali è raro scorgere automobili parcheggiate
sconsideratamente a oscurare la perfezione stilistica dei vialetti e dei
giardini, lo sguardo è immancabilmente indirizzato verso le case di dimensioni
apparentemente modeste che, invece, nascondono ambienti vasti e riccamente,
anche se non sempre raffinatamente, arredati.
Sentinelle ideali di
questi mondi inaspettati, le cassette delle lettere, rigidamente sull'attenti,
accolgono il postino e il passante ai bordi del marciapiede, spesso celandosi
sotto le spoglie burlesche di edifici in miniatura. A iniziare da fine
settembre, tuttavia, un simile compito è loro scippato dagli addobbi di
Halloween che, numerosi, popolano prati, portici e alberi del tranquillo
quartiere.
Il gusto generalmente
essenziale nell’ornare i propri spazi esterni è ora scalzato dalla tradizione
culturale (e commerciale) che spinge verso zucche artigianalmente intagliate, giganteschi
gatti neri gonfiabili, diafani scheletri penzolanti da travi di legno, pietre
tombali di plastica grigia a guardia di ville e garage o pipistrelli talmente
minacciosi da spaventare addirittura la più scafata delle cornacchie.
Da questo momento in
poi, dunque, e per tutto il mese successivo fino alla vigilia di Ognissanti, da
ogni finestra e da ogni spiraglio si scruteranno il cielo e la terra alla
ricerca di un qualche segno, di una qualche testimonianza dell’evento prossimo
venturo, per il quale bambini di tutte le età si saranno accuratamente
preparati durante l’anno precedente.
Si riesumeranno
costumi dai bauli impolverati delle soffitte o dagli scatoloni temporaneamente
alloggiati in cantina, o se ne ordineranno di nuovi, per accontentare gli
incontentabili. I più giovani, neofiti alla primissima esperienza, proveranno
più e più volte allo specchio la celeberrima domanda, mentre mamme apprensive o
padri eterni adolescenti faranno a gara per accompagnare i propri rampolli a
bussare di casa in casa, di rifugio in rifugio.
Le cucine, non
importa quanto attrezzate e supertecnologiche, rivivranno i fasti del passato,
imbiancate di farina e addobbate di candele e cucurbitacee, profumate di
zucchero e di cannella, sotto lo sguardo attento di donne in carriera
improvvisamente trasformatesi nelle proprie madri, nonne e forse trisavole,
incorniciate da retine per capelli e grembiuli dai colori rétro.
I misteriosi abitanti
di segrete e di abbaini, fantasmi incatenati e ululanti, avranno finalmente
occasione di mimetizzarsi con la realtà circostante, divorando dolcetti
innaffiati di spirito davanti al fuoco scoppiettante di un camino, per poi sgranchirsi
le membra fluttuanti tra un allievo di Frankenstein o un seguace del Lupo Mannaro, nel buio della notte ormai sopraggiunta.
Mentre le chiese, grandi o
piccole, cattoliche o protestanti, di nuovo estromesse dal
rito ancestrale e dalla possibilità di salvare quanti gioiosamente o
sconsideratamente vi aderiranno, si limiteranno a osservare da lontano,
abbracciandosi strette e vigili alle poche anime salve tra le tante dannate.
E.M.
