giovedì 31 gennaio 2013

Notizie da Lilliput 68: Oldies but Goodies


Sembra che il tempo si sia fermato, sul Wilshire Boulevard. Percorrendolo con attenzione, tra vetrine di negozi polverosi e piccoli, un’eccezione rispetto alla norma, questo tratto di Santa Monica richiama atmosfere letterarie e cinematografiche indissolubilmente legate al bianco e nero.

La presenza di edifici moderni, di epoca certo più recente rispetto a quella delle pagine scritte da Raymond Chandler sulla città, accentua, anziché diminuire, la sensazione, spaesante e piacevole insieme, di vivere contemporaneamente il presente e il passato, la metropoli e il villaggio, l’eleganza e lo squallore.

Le palme, alte e incerte ai lati della strada, basse e equilibrate nelle strette aiuole spartitraffico, solleticano la memoria, richiamando luoghi e tempi lontani, fatti di berline scure e di abiti da sera, di mani infilate in tasca e di sigarette penzolanti agli angoli delle bocche.

Corvi e scoiattoli, solitamente così frequenti da poter diventare il simbolo della California, preferiscono muoversi altrove; perfino i piccioni, probabilmente gli animali più urbani al mondo, volano lontano dal cielo sopra il Wilshire, quasi non ne volessero turbare nemmeno loro l’incontrastata malia.

Pasticcerie e banche, lavanderie e piccoli uffici postali, quasi sempre deserti, si alternano civilmente ai bordi della carreggiata, a volte sospirando in cerca di luce, altre starnutendo per gli spifferi di aria impertinente intrufolatasi senza permesso dentro i locali semibui.

All’esterno, invece, l’insegna del NuWilshire Theatre, sacrario della cinematografia indipendente fino alla sua triste chiusura, attira occhiate curiose e riverenti: le semplici lettere nere su sfondo bianco, vecchi annunci di film in programmazione, non sono più visibili, al pari delle lucine gialle tutt’intorno, la cui assenza ha ora il sapore amaro delle cose perdute.

Contenitori variopinti, prudentemente assicurati all’asfalto dei marciapiedi, custodiscono copie dei diversi quotidiani locali, ancora stampati con caratteri d’altri tempi e perciò stesso diventati avidi scrigni di vecchi segreti.

A intervalli regolari il flusso del traffico umano, (automobilistico e pedonale), è interrotto da strade laterali spaziose e pulite, che tagliano perpendicolarmente l’arteria centrale, permettendo allo sguardo di spaziare su ville e villette annunciate ora da una bassa palizzata di legno bianco, ora da un giardino di dimensioni variabili, ma estremamente curato, ora da un vialetto d’ingresso spesso accompagnato da una cassetta delle lettere di foggia bizzarra.

Mentre alle loro spalle, intanto, incastonate da un tramonto rosso fuoco, si muovono veloci le nuvole, come titoli di coda su uno schermo hollywoodiano.

E.M., Santa Monica