Anche a Santa Monica, come nel resto del mondo, esistono negozi
fuori dal tempo, negozi nei quali, varcandone la soglia, ci si sente
immediatamente catapultati in altri luoghi, in altre epoche.
Questi negozi, un po’ antri dello stregone, un po’ botteghe
dell’antiquario, racchiudono segreti, nascondono storie: ogni pezzo esposto, ma
soprattutto ogni pezzo non esposto,
svela risonanze misteriose, suggerisce legami ancestrali.
Poco importa che la merce trattata siano abiti o gioielli,
scarpe o borsette: non appena si accederà allo spazio magico delimitato dalle
quattro pareti bianche, ci si lascerà trasportare volentieri in regni
sconosciuti e seducenti.
A traghettare in queste dimensioni ignote sono, generalmente,
sacerdoti e sacerdotesse, maghi e fattucchiere sotto mentite spoglie, i cui
tratti, di volta in volta dimessi o borghesi, indifferenti o puntuti, hanno la
capacità di trarre in inganno anche il più acuto osservatore.
A cominciare dall’aria, qui tutto è diverso: lo spazio è
concepito secondo canoni oscuri alla maggioranza dei potenziali clienti, che si
pasceranno, non di meno, dei profumi inebrianti sprigionati da boccette e
bastoncini dai nomi musicali e dai colori ammalianti.
Poltroncine e divani dalle fogge più svariate e spesso inusuali
ostacolano un procedere diritto, costringendo il convenuto a percorsi ragionati,
simili a quelli compiuti da una pallina argentata in un flipper dal sapore
lontano. Mentre cuscini e tappeti, disseminati ovunque, suggeriscono
prepotentemente immagini orientaleggianti invitando, perciò stesso, alla
lentezza e alla meditazione.
Da qualsiasi parte ci si giri, poi, si è certi in anticipo di
non individuare nessun orologio, nessun pendolo, nessuna sveglia, ché gli
anfitrioni di questi regni fatati preferiscono agire in base a regole
differenti da quelle tipiche della logica calvinista: piuttosto che
concitazione, regaleranno rilassatezza, piuttosto che tensione regaleranno
allentamento; aggiungendovi, di quando in quando, una tazza di caffè, un
cioccolatino o un dolcetto.
Talvolta, in occasioni speciali, è perfino possibile assistere a
una jam session di tamburi e altri strumenti esotici, a un simposio a porte
chiuse tra amanti del vino e delle sue proprietà druidiche, a incontri ravvicinati
di poesia e letteratura.
Chiunque può goderne, ma non in molti sanno farlo: bisogna aver
sviluppato sensibilità particolari nel corso della propria vita o esservi stati
da sempre inclini. Fantasia e creatività, in tali circostanze, sono compagne di
viaggio preziose e essenziali: un locale, un bancone e due vetrine
diventeranno, in mancanza di meglio, lo sfondo ideale per un’evasione dalla
realtà, diventeranno il materiale essenziale per un racconto indirizzato a
tutti, compreso da pochi.
E.M., Santa Monica