domenica 28 aprile 2013

La regina delle tenebre di Grazia Deledda

La regina delle tenebre è il titolo di questa raccolta composta da sei racconti di vario genere ed ambientazione che permettono di conoscere in maniera dettagliata lo stile narrativo di Grazia Deledda, apprezzata dal pubblico, non solo come autrice di romanzi, ma anche come novellista e scrittrice di racconti brevi.

La prima novella che dà il titolo alla raccolta, narra della geniale e solitaria Magda, ragazza moderna che vive il dramma di molti giovani pieni di creatività ma in perenne conflitto col mondo che li circonda.

È la storia di una trasformazione, di una vera e propria iniziazione all'arte che coinvolge lo spirito della giovane, durante una notte sublime e magica, a diretto contatto con la Natura.

Anche la seconda novella, "Il bambino smarrito", tratta di crisi esistenziale, ma in maniera completamente diversa dalla prima. Protagonista è Matteo, uomo afflitto dal dolore di non riuscire più a godere della vita, che decide di suicidarsi in un boschetto vicino alla città durante una splendida sera d’autunno. Ma adagiato su una panchina trova un bambino solo, fuggito da casa. Comica e tragica, la storia è incentrata sulla rinascita del protagonista.

La natia Sardegna fa da sfondo alla terza storia, intitolata "Le due giustizie", che racconta le vicende di Ziu Chircu, che, accusato ingiustamente di omicidio, diviene vittima della giustizia degli uomini ma avrà la fortuna di conoscere anche quella di Dio.

"La giumenta nera" è invece il titolo della quarta novella: un racconto lungo che riesce a rendere in pieno le doti artistiche e la genialità della Deledda. In un ambiente dove la povertà morale dell’uomo la fa da padrone, tra commerci e smerci, truffe e imbrogli, il giovane Giame, colto e sensibile, cerca di opporsi a un mondo che lo circonda e lo soffoca. Intrigante e suggestiva, la novella connette una storia intricata e frammentata, ricca di spunti letterari e di richiami alle leggende e alle tradizioni popolari sarde.

Il quinto racconto si intitola "Sarra" e narra la storia di Alessandra (Sarra in lingua sarda) una ragazza umiliata e bistrattata, costretta a sposarsi contro il suo volere. Una denuncia di un mondo retrogrado e maschilista che si contrappone alle gioiose immagini di una tipica festa sarda, quella di San Costantino.

La raccolta si chiude con "Primi baci", novella ambientata in Sardegna, che permette al lettore di apprezzare quel talento di narrare, semplice e istintivo, che Grazia Deledda seppe trasformare in un vero e proprio stile letterario; e che le permise di entrare di diritto nella storia della letteratura mondiale.

L'autrice
Grazia Deledda nacque a Nuoro nel 1871. Fu una scrittrice autodidatta. Cominciò la sua carriera narrativa collaborando con numerose riviste di costume e cultura.

Verso la fine dell'Ottocento, durante un breve soggiorno a Cagliari, incontrò Palmiro Madesani che divenne suo marito e col quale si trasferì a Roma. Nel 1926, unica donna in Italia, fu insignita del Premio Nobel per la Letteratura, per il suo senso artistico e le sue originali capacità creative. Visse nella capitale italiana sino al 1936, anno della sua morte.

La Deledda è autrice di numerosi romanzi, novelle, saggi e articoli di vario genere. Tra le sue opere più famose: Fiabe e leggende sarde, Elias Portolu, Racconti sardi, Canne al vento, La madre e Cosima.

L'eBook
Questa edizione digitale, dotata di sommario e di una nota introduttiva, è stata progettata per i dispositivi e le applicazioni Kindle da Indibooks. Il testo è stato regolarizzato secondo le norme grafiche attualmente in uso, in modo da agevolarne la lettura e la fruizione. Il prezzo è di 0,89 euro.

Per saperne di più:
La regina delle tenebre - Grazia Deledda

martedì 16 aprile 2013

Kobo Aura HD: il nuovo eReader Kobo

Si chiama Aura HD il nuovo eReader di ultima generazione prodotto da Kobo, disponibile (a breve) anche per il mercato italiano. Il nuovo lettore per eBook dell'azienda nippo-canadese, sbarcata l'anno scorso anche in Italia grazie ad un accordo con Mondadori, costa 169 euro e promette di essere uno dei migliori in circolazione.

In questo modo diventano ben quattro gli eReader Kobo disponibili nel difficile mondi dell'eReading: Kobo Touch, Kobo Mini, Kobo Glo e, appunto, Kobo Aura HD. Che è disponibile in edizione limitata solamente per i lettori più accaniti che non vorranno perdersi questo gioiello della tecnologia.

Il nuovo eReader Kobo Aura HD presenta uno schermo di 6,8 pollici, peso alquanto contenuto intorno ai 240 grammi e una risoluzione dello schermo che, al momento, non teme confronti con gli altri eReader presenti sul mercato. Infatti, numeri alla mano, il Kobo Aura offre una risoluzione pari a 1440 x 1080 (265 dpi) per un'esperienza di lettura davvero confortevole, che si traduce in assoluta nitidezza dei caratteri.

Il touch screen da 6.8" con tecnologia WXGA e Pearl E ink è dotato di tecnologia ComfortLight integrata con rivestimento micro-sottile per la tenuta e la distribuzione uniforme della luce, la quale permette di leggere anche al buio senza affaticare la vista.

Design elegante, è disponibile in tre colori: Caffè, avorio e onice. Sul device sono presenti solamente i pulsanti relativi all'accensione e allo spegnimento, nonché il comando luce on/off. Connessione Wi-Fi e micro USB. Memoria pari 4 GB con possibilità di estensione fino a 32 GB con una scheda Micro SD.

Anche con questo eReader è possibile leggere gli eBook Kobo memorizzati in modo sicuro nella Cloud e quindi recuperarli in qualsiasi momento, grazie alla connessione Wi-Fi, per evitare di occupare tutto lo spazio. Anche i segnalibri e le impostazioni vengono perfettamente sincronizzati in tutte le tue applicazioni e dispositivi per l'eReading Kobo.

Per quanto riguarda i caratteri per la lettura, è possibile tra 10 stili e 24 dimensioni, nonché nitidezza e spessore dei caratteri regolabili. Kobo Aura include anche Nickel, l'esclusivo carattere progettato da Kobo per una leggibilità più chiara e nitida.

Per quanto riguarda i tipi di eBook, legge EPUB, PDF e MOBI. Supporta tutti i file EPUB e gli Adobe DRM. Leggi anche gli eBook presi in prestito dalla biblioteca pubblica. Legge i fumetti nei formati CBZ e CBR. Le mmagini supportate sono JPEG, GIF, PNG e TIFF; il testo: TXT, HTML, XHTML e RTF. 

E' presente un browser per la navigazione in Rete e offre giochi quali Sudoku e Scacchi. Le lingue supportate di default sono: inglese, francese, tedesco, spagnolo, olandese, italiano, portoghese brasiliano, portoghese, giapponese.

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venerdì 12 aprile 2013

eBooks gratis e in offerta: Il muto di Gallura

Il muto di Gallura di Enrico Costa - eBook Amazon
“Enrico Costa - si può leggere in una lettera di Grazia Deledda - di cui io sono una specie di discepola, ha scritto tanti, tanti romanzi sardi, caldi di amor patrio, pieni d’entusiasmo o di tristezza per le bellezze o per le miserie dell’isola. A misura che questi romanzi uscivano un fremito percorreva tutta la Sardegna. Le fanciulle piangevano su quelle pagine, i giovani rabbrividivano di terrore e di angoscia. Impossibile descrivere il fermento spirituale destato dal Muto di Gallura”.

Il muto di Gallura, uno dei più importanti romanzi storici sul banditismo sardo, racconta la storia della sanguinosa faida tra i Vasa e i Mamia che sconvolse il territorio di Aggius, in Gallura, nella prima parte della seconda metà dell’Ottocento.

“Un continuo succedersi di combattimenti sanguinosi e di uccisioni: una caccia di fiere che si davano uomini contro uomini... Un lutto generale; il terrore regnava sovrano in quelle contrade... il numero dei morti fra le due fazioni superò la cifra di settanta, in cinque anni furono registrate oltre quaranta vedove”. 

I fatti narrati, tra storia e reportage, furono tratti dalle cronache dei giornali, ma anche dalle ricerche storiche e dai resoconti che il Costa ottenne da alcuni testimoni viventi che parteciparono ed assistettero alla grande “inimicizia” aggese. 

La narrazione principale, che è il filo conduttore dell’opera, è incentrata sulla figura di Bastiano Tansu, uno dei più famosi banditi sardi, soprannominato il Terribile, ma conosciuto semplicemente come “il muto” in quanto sordomuto dalla nascita. 

Ma il romanzo è soprattutto uno straordinario viaggio alla scoperta della Gallura, della sua storia, della sua cultura e del suo paesaggio, così unico e originale, "soprattutto al tramonto, quando il sole cala dietro all'isolotto dell'Asinara, e lunghe nuvole infuocate listano ad occidente l’orizzonte; quando la luce sanguigna tinge in rosso tutte le vette dei monti e il mare lontano, sbiadito, pare confondersi col cielo, nell'ampia distesa che divide l’Isola Rossa da Castelsardo; quando il cielo produce quella nebbia violacea e vaporosa che dà al crepuscolo della sera un’intonazione calda, melanconica.

L'autore
Enrico Costa nacque a Sassari l’undici aprile del 1841. Fu autore di famosi libretti musicali e commedie che vennero messe in scena al teatro civico sassarese; nonché di opere di narrativa e di carattere storico che ebbero un ottimo successo di critica e di pubblico.

Tra le sue opere più importanti ricordiamo: le novelle, La bella di Cabras, Adelasia di Torres, Giovanni Tolu, Da Sassari a Cagliari. Morì a Sassari il ventisei marzo del 1909.

L'eBook
Questo libro elettronico pubblicato da Indibooks e dotato di un funzionale sommario, è stato progettato per essere utilizzato in maniera ottimale sui dispositivi digitali e sulle applicazioni di lettura. Il testo è stato sottoposto a un attento lavoro di editing ed è stato regolarizzato secondo le norme grafiche attualmente in uso, in modo da agevolarne la lettura e la fruizione.

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Il muto di Gallura

lunedì 8 aprile 2013

Notizie da Lilliput 108: Il vento fa il suo giro (anche a Santa Monica)


Ogni volta che soffia il vento, Santa Monica cambia fisionomia, rivelando lati nascosti e trasformando le proprie consuetudini in meraviglie inaspettate.

Perché il vento, quello vero, quello forte, è cosa rara, in città. E così, quando si presenta, costituisce da solo notizia sufficiente a essere raccontata, riraccontata, ingigantita e trasfigurata a seconda dei contesti, a seconda degli umori. A seconda di come gira.

In quella felice congiuntura atmosferica di nuvole alte, di cime sbattute, di palme pendenti, ci si ritrova dunque a turbinare verso il Regno di Oz, dove case e strade, abitanti e animali assumono significati differenti, si aprono a interpretazioni altre.

Qua, infatti, le montagne all’orizzonte proteggono, giorno dopo giorno, le teste e i corpi di chi si affretta a lavoro o di chi esce per la spesa, di chi si trascina svogliatamente a scuola o di chi ciondola con gli amici al bar.

Eppure, di tanto in tanto, questo ripetersi quotidiano, e monotono, degli eventi, viene scompigliato da un refolo sfuggito di controllo, da uno spiffero più impertinente del solito.

Marciapiedi e finestre regalano, allora, lo spettacolo commovente e impagabile della natura che armonizza i propri elementi in un concerto inaspettato, in una fantasmagoria coinvolgente.

Gli alberi, protagonisti indiscussi del cambiamento di prospettiva, iniziano a flettersi e a tendersi e a flettersi e a tendersi in un moto perpetuo, affascinante e ipnotico, che, lungi dall’annoiare, scandisce piuttosto il ritmo delle azioni, misteriosamente legate alla velocità delle raffiche e alla giocosità di Eolo.

I rami e le foglie si animano di sussurri noti solo a loro e a pochi altri compagni di ventura; agli uccelli e agli scoiattoli, per esempio, che da sempre trovano rifugio lassù e che in occasioni simili si lasciano cullare dalle note inconsuete che l’aria porta con sé.

Tutto, ora, sembra vibrare di nuove concordanze, sembra manifestare accenti mai sentiti, come se uno strumento musicale gigantesco, grande quanto le piazze, quanto i vicoli, quanto le ville e quanto i palazzi messi insieme, avesse preso a diffondere la propria melodia con noncuranza, con indifferenza, redistribuendo i pieni e i vuoti, i bassi e gli acuti, i fiati e le corde.

E i suoni, i rumori, il vento li porta con sé, custodendoli gelosamente in un nascondiglio segreto e inaccessibile: stipati insieme come gli oggetti più cari a un collezionista avido e insaziabile, tuttavia, quei suoni, quei rumori, talvolta, avranno la meglio sul loro severo carceriere, disperdendosi in un soffio, liberandosi in un respiro.

E.M., Santa Monica

martedì 2 aprile 2013

Notizie da Lilliput 107: Le case dai mille volti


Le case di Santa Monica nascondono dei segreti.
Tutte, nessuna esclusa, hanno un enigma da svelare, una storia da raccontare.
Che si pensi a palazzi a più piani, o a semplici villette monofamiliari, ci si ritroverà sempre a ammirare lo stesso, incantevole spettacolo: lo spettacolo dei mattoni che suggeriscono una visuale; lo spettacolo degli ingressi che rivelano una vita.

Ogni giardino, e sono tanti, racchiude un identico fascino: del tempo che passa, delle generazioni che si susseguono, degli oggetti che invecchiano, che cambiano, che muoiono. Ombrelloni e sedie, tavolini e tende offrono un punto d’appoggio, un rifugio inaspettato alla frenesia della strada, alla caoticità dell’affannarsi quotidiano.

Vialetti perfettamente curati, in ghiaia o in muratura, conducono a graziosi patii dall’aspetto amichevole, oltre i quali porte dalle tante sfumature custodiscono ambienti spaziosi e ovattati in cui muoversi come in sogno, come sott’acqua.

Alcuni di questi sentieri corrono paralleli alla costruzione verso cui conducono, inoltrandosi nel fitto di freschi pergolati dentro cui è facile pensare a fate e folletti intenti a pronunciare formule magiche o a ideare scherzi all’indirizzo degli ignari vicini.
Le mattonelle che li rivestono rivelano spesso imperfezioni, suggerendo ingressi misteriosi, richiamando voci lontane.
Sotto ogni pietra ci si inventa un mondo fantastico, dietro ogni filo d’erba ci si immagina una creatura bizzarra.

Le case di Santa Monica trasudano personalità, emanano carattere: da qualsiasi parte le si osservi, più o meno attentamente, più o meno lungamente, si potrà cogliere un barlume, si potrà scorgere una scintilla.  
E gli spiriti affini, le anime elette, non tarderanno a rispondere a quell'irresistibile richiamo.

A volte si ha perfino la sensazione, viva, vivissima, che le loro finestre sorridano, che le loro pareti parlino. Il tetto si scoperchia e le parole e i pensieri di chi lì sotto abitualmente vive, persone, animali, cose, fluttueranno nell’aria, accarezzando gli occhi e le orecchie dei passanti, esterrefatti e rapiti.

Altre volte, invece, sembra che i loro balconcini in ferro battuto sospirino al ricordo degli audaci amanti ormai perduti; che i loro comignoli spagnoleggianti danzino al ritmo di nacchere immaginarie; che le loro decorazioni nordafricane parlino di cammelli e di oasi e di deserti remoti.

Se ciò avviene, l’unica scelta possibile è fermarcisi di fronte e guardare, ascoltare. Con uno sforzo di volontà davvero minimo, sarà allora possibile captare un diverso sentire, un diverso intendere. Perché le case di Santa Monica proteggono segreti ben custoditi e ben tramandati, segreti che hanno il colore dei film in bianco e nero, che hanno il sapore dell’oceano.

E.M., Santa Monica