lunedì 24 giugno 2013

Quando a Londra rubavano i morti

Sarah Wise è un'autrice molto conosciuta in Inghilterra. Ha conseguito un MA in Studi Vittoriani all'Università di Londra e ha scritto alcuni saggi storici davvero interessanti  dedicati ad alcuni aspetti poco conosciuti ed alquanto misteriosi relativi alla storia di Londra e dei londinesi nel periodo vittoriano.

Tra questi ci sono The Blackest Streets e Inconvenient people, ma anche The Italian Boy: Murder and Grave-Robbery in 1830s London: un saggio storico che indaga in maniera interessante ed esaustiva il mondo dei "trafugatori di cadaveri" nella Londra ottocentesca, i cosiddetti Body Snatcher tratteggiati già da Robert Louis Stevenson in uno dei suoi racconti più famosi.

In particolare il libro si occupa di una vicenda di cronaca nera che colpì l'immaginazione dei londinesi e che ha a che fare, come già detto, proprio con i riesumatori di cadaveri della prima metà dell'Ottocento.

La vicenda si svolge nei primi anni Trenta dell'Ottocento e riguarda, nello specifico, una serie di omicidi commessi nell'East London da una gang di Resurrezionisti, soprannominati The London Burkers, che operavano nel mercato nero dei cadaveri, nato sullo sfondo dei cimiteri e dei bassifondi di Londra descritti da numerosi romanzieri, a cominciare da Charles Dickens. 

Ma The Italian Boy non è un romanzo, non è fiction. E' piuttosto una scrupolosa inchiesta che ha come sfondo gli slums dell'East London e come protagonisti spietati, ma anche grotteschi criminali, disposti a tutto pur di guadagnare un bel gruzzolo.

The London Burkers
La banda era composta da John Bishop, Thomas Williams e James May, più un altro compare che li aiutava a trafugare cadaveri dai cimiteri e a piazzarli nel mercato. A quanto pare, in una decina d'anni, la gang disseppellì qualcosa come 1000 corpi che furono venduti ai vari ospedali e College di Londra.

Poiché il disseppellimento era un'attività faticosa e dispendiosa, a un certo punto i trafugatori decisero di uccidere una donna paralitica e suo figlio (il 9 ottobre 1831), nonché un ragazzino (il 21 ottobre)per avere "materiale" fresco e pulito da consegnare agli studiosi di anatomia.

Qualche tempo dopo, tra il 3 e il 4 novembre, a Smithfield uccisero anche un ragazzino di origini italiane, l'Italian boy che dà il titolo al libro. Un lavoro facile che tuttavia spalancò le porte dell'inferno a Bishop e Williams che, la notte del 5 novembre, più volte provarono a vendere il corpo del malcapitato scugnizzo a diversi medici e professori ma senza risultato.

Fu Richard Partridge (il famoso chirurgo che visitò Garibaldi) del King's College ad accorgersi che il giovane cadavere non era stato mai sepolto e ad avvisare la polizia.

I criminali furono arrestati. Solo Bishop e Williams vennero riconosciuti colpevoli di omicidio. Ironia della sorte, una volta giustiziati, i loro corpi furono utilizzati, come consuetudine, per essere dissezionati in pubblico: Bishop al King's College, Williams presso il teatro anatomico di Great Windmill Street.

Londra: bassifondi e traffico di cadaveri
Al di là della vicenda in sé, il libro è un'ottima fonte di informazioni per comprendere lo squallore delle condizioni di vita nei sobborghi londinesi. Ha il merito, inoltre, di gettare un po' di luce sull'attività dei Resurrezionisti e sul business criminale della vendita e del commercio di cadaveri nella Londra vittoriana e dell'Ottocento.

Per saperne di più:
The Italian Boy: Murder and Grave-robbery in 1830s London
Blackest Streets
Inconvenient People
The Body Snatcher