venerdì 4 aprile 2014

Notizie da Lilliput 193: I Think This is the Beginning of a Beautiful...

Non è sempre agevole, la vita di chi narra storie.
Poco importa che il materiale da raccontarsi sia destinato alla carta o al grande e al piccolo schermo.

A volte, più spesso di quanto si desidererebbe, a sentire i diretti interessati, il tema sfugge o è del tutto assente.
O non è di facile lavorazione: troppo complesso, troppo scabroso, troppo vago.

Altre volte, invece, si incappa in una sovrabbondanza di possibilità e, letteralmente paralizzati, non si sa come procedere, non si sa cosa scegliere, non si sa a quale soggetto accordare la propria attenzione.

Capita, per esempio, che un affabulatore di Toronto, in difficoltà a causa dell’argomento del suo riferire, si ritrovi all’improvviso a dover cambiare prospettiva, abbandonando il progetto originario a vantaggio di un’idea diversa, di un’idea folle, di un’idea che, infine, lo porterà molto lontano.

Il regista in questione, tuttavia, deve essere disposto a tradire e a tradirsi, dimenticando il percorso personale, fatto di ricordi e di domande, che fino a qui l’ha portato, per imbarcarsi, guidato dal buon senso e da un eccelso consulente, in un viaggio dalla destinazione ignota.

Rinunciando, momentaneamente, a indagare la sorte e le ragioni del suo antico assalitore, dell’uomo che, per motivi razziali, l’ha inseguito e quasi ucciso cinquant’anni prima, il cineasta accetta di ritornare in Mississippi, a seguire i protagonisti di una vicenda del tutto eccezionale.

Durante le ricerche per la produzione del documentario che ha in mente, infatti, l’autore si è imbattuto in una scoperta sconcertante: in una cittadina del profondo sud degli Stati Uniti, i liceali coinvolti nel celebre ballo dell’ultimo anno, il prom, sono spietatamente divisi, oggi come ieri, tra bianchi e neri, incuranti i primi di quanto accade ai secondi.

L’evento, nel loro caso, è doppio: esiste una serata indiscutibilmente caucasica e ne esiste una indelebilmente afroamericana. Espressamente richiesta da entrambi i gruppi, perché così è sempre stato e così, credono, sempre sarà.

La situazione, al contrario, è destinata a cambiare: per volere della sorte, che ha fatto incontrare l’Uomo del Nord e questa realtà bizzarra, e per cocciutaggine di un illustre rappresentante della comunità, che da tempo immemore preme per una rivoluzione sociale.

I ragazzi, allora, vengono seguiti, intervistati, bonariamente “spiati” nelle proprie convinzioni, spesso ingenue come ingenui si è a quell’età, che, lentamente eppure inesorabilmente, subiscono una trasformazione insperata.

Tentennanti, sospettosi, gli uni e gli altri senza differenza di colore, accettano tuttavia di sottoporsi all’esperimento, acconsentendo a provare, in prima persona, il significato della parola “integrazione”.


Che, lungi dall’essere la conclusione del film, è, all’opposto, e per tutti, un nuovo, eccitante, inizio. 

E.M., Santa Monica