sabato 19 luglio 2014

Kindle Paperwhite: in offerta su Amazon

Mancano ancora pochi giorni alla scadenza dell'offerta che permette di acquistare su Amazon il Kindle Paperwhite a 99 euro, con un risparmio di 30 euro sul prezzo di listino (129 euro).

In offerta anche il Kindle Paperwhite 3G: 159 euro contro i 189 del prezzo pieno.

Il Kindle Paperwhite è l'eReader Amazon pensato per leggere: schermo touch da 6 pollici a inchiostro elettronico con tecnologia "Carta", regolazione dei caratteri ottimizzata  e ben 16 livelli di scala di grigio.

A differenza degli schermi di Tablet, iPad, smartphone, iPhone, Computer, etc., quello del nuovo Kindle permette di leggere come sulla carta, senza affaticare la vista e senza i riflessi della luce solare. Inoltre, grazie alla luce integrata di nuova generazione proiettata verso lo schermo permette di leggere anche al buio.

Per saperne di più:
Kindle Paperwhite Amazon


venerdì 18 luglio 2014

Kindle Unlimited: liberi di leggere, ascoltare ed esplorare

Si chiama Kindle Unlimited il nuovo servizio di Amazon che permetterà ai clienti Kindle di leggere senza limiti tutti gli eBook disponibili nel programma KDP Select, ovvero circa 600 mila libri elettronici. Per il momento il servizio sarà attivo solo negli Stati Uniti. 

Per attivare il servizio è necessario pagare un canone mensile che dà la possibilità di leggere tutti i libri che si desiderano senza alcun limite di tempo. 

I clienti iscritti al servizio Kindle Unlimited potranno cercare i libri Kindle disponibili su su Amazon.com nella sezione appositamente dedicata dello store e denominata appunto "Kindle Unlimited".

Per gli editori e gli scrittori che vogliono partecipare coi propri eBook a Kindle Unlimited è sufficiente registrare il libro in KDP Select. Una volta registrato, il libro verrà pubblicato inoltre su Kindle Unlimited, conservando anche la partecipazione al programma Biblioteca Prime di Kindle, attualmente disponibile per i clienti Amazon Prime negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania, in Francia e in Giappone. 


Per saperne di più:

domenica 6 aprile 2014

Notizie da Lilliput 194: La trattoria dei destini incrociati

Gustavo ha di nuovo bisticciato con la fidanzata.

Capita spesso, ultimamente: i vicini della 16° Strada, loro malgrado, sono costretti a sentirne le urla e gli strepiti propagarsi rapidamente nell’aria, che di colpo si fa elettrica, come durante un temporale.

Sanno, tuttavia, che l’esplosione di sentimenti e indignazione durerà poco, il tempo di un pasto, e quindi, rassegnati, cercano di non farci troppo caso e di tornare, il prima possibile, alle proprie faccende e preoccupazioni.

Il giovane, intanto, dopo aver inveito ancora all’indirizzo della compagna, dissoltasi in un soffio, rimuginando tra sé ha deciso di concedersi una parentesi ristoratrice nella minuscola trattoria del quartiere, sua ultima, e piacevole, scoperta.

Lì, nonostante l’interesse eccessivo dimostratogli in più di un’occasione dalla proprietaria del locale, e la presenza, non sempre discreta, di qualche altro avventore, potrà sbollire l’acredine e la rabbia accumulate col passare dei minuti e delle ore.

Al suo arrivo, intanto, la Scarmigliata e il Generale, una bizzarra coppia di clienti da lui prontamente così ribattezzati, si sono già sgranchiti gli arti, misurando a passo di marcia la sala esterna, ancora abbastanza vuota.

Gustavo sospetta che nemmeno tra di loro le cose vadano esattamente nel migliore dei modi; e osservarli di nascosto, con la mente rivolta alle proprie disavventure sentimentali, gli dà una specie di oscuro conforto.

Né, del resto, i due si curano particolarmente di discrezione o di buon gusto: puntuali dall’apertura alla chiusura dell’esercizio, non mancano di farsi annunciare da stridii e scalpiccii vari, di quando in quando sgraditi agli altri commensali che, ripetutamente, hanno avanzato vibranti proteste.

Macchia Rossa e Testa Nera, soprattutto, si sono adoperati per una veloce, e felice, risoluzione del caso, affrontando di petto i chiassosi compari, nella speranza di farli ragionare.

Invano: il duo non ha mai accennato a cambiare l’irritante atteggiamento.

Ricorrere all’ostessa, allora, è sembrato il necessario passo successivo.

Inutile, purtroppo: la donna, infatti, ha dichiarato di non volere immischiarsi in vicende potenzialmente dannose ai suoi affari e perciò ha proseguito a comportarsi come nulla fosse, limitandosi a accordare una simpatia particolare a Gustavo, il suo frequentatore più recente.


La naturale irritazione seguita a una simile risposta, tuttavia, è durata un battito d’ali: Macchia Rossa e Testa Nera, la Scarmigliata e il Generale, uccelli dei cieli di Santa Monica, hanno continuato a frullare e a planare sul balcone in cerca di miglio, sotto lo sguardo attento della padrona di casa; mentre lo scoiattolo Gustavo non ha mai smesso di fare capolino tra i rami di un albero, in attesa dei semi di girasole.

E.M., Santa Monica

venerdì 4 aprile 2014

Notizie da Lilliput 193: I Think This is the Beginning of a Beautiful...

Non è sempre agevole, la vita di chi narra storie.
Poco importa che il materiale da raccontarsi sia destinato alla carta o al grande e al piccolo schermo.

A volte, più spesso di quanto si desidererebbe, a sentire i diretti interessati, il tema sfugge o è del tutto assente.
O non è di facile lavorazione: troppo complesso, troppo scabroso, troppo vago.

Altre volte, invece, si incappa in una sovrabbondanza di possibilità e, letteralmente paralizzati, non si sa come procedere, non si sa cosa scegliere, non si sa a quale soggetto accordare la propria attenzione.

Capita, per esempio, che un affabulatore di Toronto, in difficoltà a causa dell’argomento del suo riferire, si ritrovi all’improvviso a dover cambiare prospettiva, abbandonando il progetto originario a vantaggio di un’idea diversa, di un’idea folle, di un’idea che, infine, lo porterà molto lontano.

Il regista in questione, tuttavia, deve essere disposto a tradire e a tradirsi, dimenticando il percorso personale, fatto di ricordi e di domande, che fino a qui l’ha portato, per imbarcarsi, guidato dal buon senso e da un eccelso consulente, in un viaggio dalla destinazione ignota.

Rinunciando, momentaneamente, a indagare la sorte e le ragioni del suo antico assalitore, dell’uomo che, per motivi razziali, l’ha inseguito e quasi ucciso cinquant’anni prima, il cineasta accetta di ritornare in Mississippi, a seguire i protagonisti di una vicenda del tutto eccezionale.

Durante le ricerche per la produzione del documentario che ha in mente, infatti, l’autore si è imbattuto in una scoperta sconcertante: in una cittadina del profondo sud degli Stati Uniti, i liceali coinvolti nel celebre ballo dell’ultimo anno, il prom, sono spietatamente divisi, oggi come ieri, tra bianchi e neri, incuranti i primi di quanto accade ai secondi.

L’evento, nel loro caso, è doppio: esiste una serata indiscutibilmente caucasica e ne esiste una indelebilmente afroamericana. Espressamente richiesta da entrambi i gruppi, perché così è sempre stato e così, credono, sempre sarà.

La situazione, al contrario, è destinata a cambiare: per volere della sorte, che ha fatto incontrare l’Uomo del Nord e questa realtà bizzarra, e per cocciutaggine di un illustre rappresentante della comunità, che da tempo immemore preme per una rivoluzione sociale.

I ragazzi, allora, vengono seguiti, intervistati, bonariamente “spiati” nelle proprie convinzioni, spesso ingenue come ingenui si è a quell’età, che, lentamente eppure inesorabilmente, subiscono una trasformazione insperata.

Tentennanti, sospettosi, gli uni e gli altri senza differenza di colore, accettano tuttavia di sottoporsi all’esperimento, acconsentendo a provare, in prima persona, il significato della parola “integrazione”.


Che, lungi dall’essere la conclusione del film, è, all’opposto, e per tutti, un nuovo, eccitante, inizio. 

E.M., Santa Monica

mercoledì 2 aprile 2014

Notizie da Lilliput 192: Happy Endings

Non sempre le storie a lieto fine sono quelle inventate dagli sceneggiatori per una commedia di successo o dagli autori di un qualche libro pluripremiato.

A volte, quelle storie, si trovano nascoste tra le pieghe della realtà che, lentamente, le rilascia, permettendo alle orecchie e ai cuori delle persone di tutto il mondo di ascoltarle, di metabolizzarle e, a propria volta, di trasformarle in qualcosa d’altro.

E così, per dire, capita che due uomini, provenienti da aree geografiche e da climi culturali lontanissimi tra loro, uomini un tempo all’inseguimento di idee diametralmente opposte le une alle altre, si ritrovino, alle soglie della terza età, a discutere e a confrontarsi, dapprima con apprensione strisciante, poi con familiarità crescente e infine quasi stima reciproca.

Non che le diversità si siano d’un tratto appianate, come non fossero mai esistite, o che i ricordi, dolorosi soprattutto per l’Uomo che viene dal Nord, si siano improvvisamente cancellati, spazzati via dall’entusiasmo per un possibile, nuovo inizio.

Semplicemente, gli anni e l’esperienza hanno insegnato a entrambi qualche trucco in più, qualche sotterfugio in più, qualche scappatoia a cui aggrapparsi nei momenti critici.

Nell’elegante camera d’albergo che, a poco meno di cinquant’anni di distanza dal loro primo e ultimo incontro, li riunisce oggi in territorio neutrale, i due si osservano, guardinghi.

La videocamera che li riprende, intanto, cerca di passare inosservata, danzando lungo i muri, librandosi nell’aria: in questo modo, sia l’Uomo del Nord, un cineasta canadese, che l’Uomo del Sud, un membro attivo del Ku Klux Klan, riescono a porsi le domande e a darsi le risposte che hanno provato e riprovato decine e decine di volte in solitudine.

La distanza siderale degli inizi, della notte in cui lo studente universitario di Toronto, arrivato in città a difendere il diritto al voto degli afroamericani, ha rischiato di morire per mano del giovane razzista, figlio di razzisti e amico di razzisti, sembra pian piano cedere il posto alla curiosità di capire, alla necessità di capire, e di capirsi.

Benché nessuno dei due abbia mai cambiato posizione rispetto agli eventi incriminati, infatti, le parole e i pensieri, cauti e educati in uguale misura, le azioni e i sorrisi, improvvisi e sinceri allo stesso modo, alleggeriscono la tensione e attenuano l’imbarazzo.


Suggerendo infine ai due protagonisti dell’incredibile vicenda, se non esattamente una riconciliazione, almeno una liberatoria stretta di mano, che, tributato il giusto ai fantasmi del passato, forse nasconde qualcosa di meglio. 
Come un lieto fine. 

E.M., Santa Monica