giovedì 23 agosto 2012

Notizie da Lilliput 15: It's a Wonderful Life

Il Virgilio si è meritato un simile appellativo perché, alla maniera del suo più illustre predecessore, mi mostra non solo luoghi, ma anche persone. 

Il nostro comune aldilà è costellato di presenze oltremodo interessanti, la più interessante delle quali è, a mio modesto avviso, un compagno di ventura di Paolo e Francesca, capace di riscattarsi (sempre che di redenzione e riscatto qui si tratti), e di vivere il tipico sogno americano, capovolgendone totalmente la prospettiva.

P. ha 63 anni, un’ex moglie dalla quale non si è mai separato legalmente e un figlio adolescente avuto da una compagna occasionale conosciuta in tempi bui. Ha inaugurato la propria storia professionale, dopo una brillante parabola universitaria, recitando in alcuni dei musical più celebrati di tutti i tempi: suo un indimenticabile San Pietro in un acclamatissimo allestimento di Jesus Christ Superstar, la cui voce potente ancora fa tremare di piacere e sussurrare di goduria le zitelle in chiesa, le rare volte in cui, per vanità, ricorda di andarci.

All’improvviso, però, nonostante i ripetuti successi a Broadway (o forse proprio a causa di quelli), opta per un diversivo, trasformandosi da attore in produttore di film. Porno. Ottenendo, una volta di più, fama, soldi e successo che, come nelle migliori pagine della commedia umana, si chiazzano di umori scuri, segnando il contrappasso ufficiale nella sua altrimenti “vita meravigliosa”. Da questo momento in poi, infatti, e a dispetto dell’enorme fortuna che accumula giorno per giorno, P. si distacca dalla “retta via”, sconfessandone i valori tradizionalmente fondativi a vantaggio di una ricerca di felicità e affermazione decisamente eterodossa: la parentesi “sesso, droga e rock’n’roll” ha ufficialmente inizio.

Il miscuglio di visioni e aspirazioni lo porta adesso a scivolare disordinatamente tra vari gironi infernali, fino a regalargli un posto d’onore accanto a Paolo e Francesca, appunto. È un periodo di massima confusione, scandito dal lavoro in comunità di recupero (finanziato, sospetto, con i proventi della cinematografia per adulti) e dall’unione con una donna più giovane ma altrettanto dispersa, che gli regalerà una paternità inaspettata.

Questa, però, è una pellicola di eroi americani quasi  alla Frank Capra e gli eroi americani (anche quelli quasi alla Frank Capra), come tutti sappiamo, pretendono il lieto fine, pena l’annullamento del contratto. Ecco dunque che, anche qui, il frugoletto nato al di fuori del sacro vincolo riveste un’importanza fondamentale, restituendo allo sbalordito padre la patente di attore primo e non evanescente caratterista delle proprie vicende.

Non so quanti di voi abbiano visto (e a quanti di questi sia piaciuto), A History of Violence, un film di David Cronenberg datato 2005, che racconta di un personaggio particolare, ancorato testardamente a un’altrettanto particolare concezione del sogno americano. Viggo Mortensen, il protagonista, è un ex sicario alle prese con la quotidianità banale dell’uomo comune, fatta di mogli bionde, figli piccoli e lavori noiosi che, per uno dal passato sconquassato come il suo, si ammanta di sfumature oltremodo accattivanti e necessarie da difendersi a ogni costo.

Ecco, è così che, in fondo, mi piace pensare alla vicenda di P. che, partito addirittura da San Pietro, ha distrutto e rintrecciato mirabilmente la propria parabola esistenziale, attraversando a testa alta territori inospitali fino a ricostruirsi caparbiamente una famiglia, sui generis, dalla quale ripartire e alla quale ritornare.

E.M.