L’aria rappresenta
senza dubbio la scelta più comoda e rapida, semplicemente. Ma i seicento e oltre
chilometri che dividono le due città sono incomparabilmente più piacevoli se
percorsi in macchina.
Gli automobilisti,
quelli, almeno, che amano le sfide e non rimpiangono il tempo trascorso alla
guida del proprio mezzo, sanno, a tale proposito, che il tragitto più affascinante
è quello che corre lungo la costa e che supera paesaggi sempre diversi e sempre
incantati: l’acqua da una parte, le montagne dall’altra; a volte un po’ di
deserto, altre un po’ di zucche, carciofi e fragole.
Lungo la strada, il
cui nome, El Camino Real, richiama
altri tempi e altri luoghi, si ha la possibilità di incrociare misteriosi
pendii ricoperti di sabbia bruscamente interrotti dal nastro d’asfalto sul
quale si sta procedendo; boschi incantevoli nel cui verde cupo cercare scoiattoli
e cervi; abitazioni più o meno solitarie circondate ora dalla vita, ora dal
nulla; rinomate località turistiche e ranch hollywoodiani di lucasiana memoria.
Al volante, in tal
modo, si sfiorano facilmente le sette ore di viaggio, quando non otto: i posti in
cui fermarsi per uno spuntino o un riposino salutare, fortunatamente, non
mancano. Anzi, si ha addirittura l’imbarazzo della scelta.
In simili circostanze,
è il gusto personale a stabilire dove fare cosa: diner, ristoranti, pompe di
benzina e perfino alberghi sembrano fare capolino a ogni incrocio, a ogni
uscita. Mentre centri commerciali ai confini urbani dalle sonorità spesso
ispaniche o native-americane informano di sé parte di questo itinerario, senza,
peraltro, adombrarne il fascino indiscusso.
Caparbiamente cieco e
sordo ai richiami del solito consumismo di maniera, l’automobilista
coscienzioso potrà dedicarsi, tuttavia, alla scoperta delle bellezze faunistiche
locali, parcheggiando la macchina in corrispondenza di uno dei numerosi punti
di osservazione disseminati lungo la costa.
Qui, una volta
sgranchitosi le gambe, potrà decidere se saltellare da una roccia all’altra a
picco sul Pacifico in compagnia di
stormi interi di gabbiani a cercare, col fiato sospeso, l'essenza segreta dei
leoni marini; oppure, più comodamente, sedere su una panchina di legno a
ammirare il dorso grigio di qualche lento cetaceo, con le labbra avidamente
saldate alla lattina di una bevanda energetica.
Nella mente e
nell’anima, intanto, la convinzione e la felicità di aver operato la scelta
giusta, rinunciando alle comodità del volo a vantaggio della polvere e della terra, s’insinua sempre più caparbiamente e prepotentemente:
non mancheranno i momenti in cui sarà preferibile farsi coccolare dalle hostess
in divisa, certo, ma il piacere della traversata, dell’esperienza vera, lo si
raggiungerà solo all’interno di un abitacolo, e non a bordo di un velivolo.
E.M., Santa Monica
E.M., Santa Monica