Quando tutto il resto è
silenzio, e buio, Los Angeles si anima, infatti, di mille luci, di ogni forma e
colore, che dipingono il suo cielo nero di allegria e di passioni.
La notte cittadina, osservata
con cura dalla cabina di un aereo, si accende così di una vitalità segreta e
inebriante, che contagia i fortunati viaggiatori dell’ora tarda, cancellando
loro stanchezza e sonnolenza, da sostituirsi prontamente con un’attenzione
puntuale e con un’energia ritrovata.
Lampioni e semafori, fari e
insegne contribuiscono in ugual misura a impreziosire la vista, ubriacandola di
suggestioni e appesantendola di stimoli difficili da dimenticare.
Le facce, fino a poco prima
spente e mute, vibrano adesso di piacere e curiosità, di sentimento e ardore:
facce vecchie o giovani, serie o sorridenti, remissive o autoritarie, tutte,
nessuna esclusa, si spingono in avanti, contorcendosi per lo sforzo, appiccicandosi
al finestrino, nel comprensibile tentativo di cogliere la magia sottostante e la
sua bellezza effimera.
Il viaggio tranquillo,
addirittura monotono, si trasforma perciò in avventura inaspettata, in ricerca
spasmodica, del palazzo conosciuto, dell’incrocio abituale, della scritta consueta:
nel dedalo di strade, grandi e piccole, lunghe e corte, gli occhi vagano
frenetici, a unire puntini, a ricomporre mosaici.
Col favore delle tenebre, di queste tenebre, che sembrano nascondere
un guizzo segreto, un germe inusitato, la Città degli Angeli, sterminata,
tentacolare, appare ancora più vaga e capricciosa, quasi che, imparate a
memoria le trame dei suoi film più cupi e disperanti, si diverta adesso a far
loro il verso, calandosi nei panni di qualche eroe dal destino tragico, di
qualche eroina dal passato torbido.
Una volta abbassato, del
resto, lo sguardo fatica a risollevarsi, irretito com’è dal disegno mistico che
i lampi bianchi e gialli, rossi e verdi creano miglia e miglia più in basso: al
pari delle costellazioni millenarie, anche laggiù è possibile ravvisare figure,
tracciare profili. In pochi istanti, un intero bestiario, certamente uno tra i
più fantasiosi, uno tra i più personali, è pronto a essere fruito, a essere
discusso, a essere tramandato.
Le stelle e la luna, intanto,
forse offese da tutto questo brillare terreno, hanno deciso di mostrare la
propria intransigenza e la propria impassibilità, bagnando le cose e le case
della stessa luce di sempre, indifferente e neutrale.
Mentre un folletto
dispettoso, soffiando una manciata di polvere speciale, si ripropone di cancellare il confine, labile e commovente insieme, tra il sonno e la veglia,
la verità e la menzogna.
E.M., Santa Monica
