sabato 22 giugno 2013

Notizie da Lilliput 114: Finding NoMo (prima parte)


Il tratto di Santa Monica che si estende a nord di Montana Avenue rivela un respiro ancora più ampio di quello nascosto tra i vialetti e le persiane dei quartieri più meridionali della città.

Questo respiro ha il sapore della migliore tradizione hollywoodiana, fatta di giardini impeccabili e di marmi lustri, di magioni dai colori sudisti e di vite dai profumi fruttati.

Questo respiro si nutre di gelsomini notturni mollemente adagiati su palizzate bianche; cresce con ampie vetrate incorniciate di azzurro intenso o di rosa antico; si fortifica con alberi secolari; domina, infine, incontrastato, con l’erba tenera dei prati e lo sguardo cupo dell’oceano in lontananza.

I nomi dei viali perdono la connotazione geografica che li ha contraddistinti fino a pochi metri prima (California, Idaho), trasformandosi in scampoli poetici dai richiami più vari: Marguerita e Georgina, Carlysle e Alta.

Simili direttrici, ombreggiate da palme longilinee e abbellite dal canto di uccelli invisibili, muovono dalla costa in direzione orientale, verso Los Angeles, estendendosi tra la e la 26° Strada, in un reticolo ordinato e lindo come tanti altri panorami americani.

Qua e là, varianti locali della Casa Bianca, di aspetto altrettanto maestoso, ma di dimensioni modeste, accolgono fieramente il (rarissimo) passante, esibendo con orgoglio il proprio cancello arzigogolato e puntuto, abituale soglia di passaggio dalla dimensione nota a quella sconosciuta e misteriosa; mentre abitazioni di spirito più prosaico, tutte linee diritte e vetro, osservano da lontano, provando un misto di indignazione e di pena.

Difficilmente si notano elementi di disturbo o dettagli stonati: ovunque sembra regnare, infatti, una naturale inclinazione all’armonioso e al bello, in cui perfino le foglie cadute, solitamente pensate ribelli, si reinventano pezzi d’insieme, decorazioni sui generis.

In qualsiasi momento della giornata, come si confà ai paesaggi di fiaba, sembra non esserci mai nessuno: nessun autista alle prese con un parcheggio azzardato, nessun postino a consegnare giornali e lettere, nessun anziano a passeggio col proprio cane, nessun gruppetto di adolescenti intente a chiacchierare di chissà che.

Quasi che gli uomini, al pari delle case, con i loro umori e i loro interni ricchi di storia e di storie, degli animali e delle piante, da queste parti, rivelassero la tendenza a preferire una posizione defilata alla chiassosa vitalità caratteristica di altre aree urbane.

Ecco perché, a volte, ci si vorrebbe spingere un po’ più addentro, per i patii soleggiati, per i sentieri protetti da cannicciate e pergole, tra pietre silenziose e piscine olimpioniche, a toccare, annusare, assaggiare, alla ricerca di una conferma, a caccia di una rassicurazione: che oltre la mano, il naso, la bocca, esista davvero quello che ci circonda.


E.M., Santa Monica