Il Natale, si sa, non
si addice a Los Angeles.
Tra tutte le feste, è
quella più difficilmente percepibile, quella meno facilmente comprensibile, in
città.
A fine Novembre, tanto
per cominciare, dopo una manciata di giorni di maltempo è tornato a splendere
il sole, nella California del sud, ancora più caldo e ancora più piacevole di
prima.
Dopo qualche attimo
di smarrimento, le magliette corte si sono perciò ripresentate all’appello,
così come i pantaloncini al ginocchio e le infradito sbarazzine, a discapito
delle luminarie e delle corone dell’avvento che, abbattute, faticano a imporsi in
questo panorama inverosimile di sabbia calda e di oceano azzurro.
Da un momento
all’altro le vetrine si sono popolate di renne e di Babbi Natale, di richiami
sulfurei e di occasioni imperdibili; mentre gli stessi negozi, che impunemente
propongono stivali foderati di pelliccia e cappotti all’ultima moda, sono
gestiti da commessi in canotta e da commesse in minigonna.
Le musiche tintinnanti hanno cominciato, faticosamente, a farsi strada, nelle
caffetterie tracimanti turisti affascinati dal violento contrasto e nella mente
dei passanti che, giorno dopo giorno, si sono ritrovati a rielaborare,
inconsapevolmente, le celebri melodie secondo l’estro del momento.
Davanti a profumerie
e a gioiellerie nuove fiammanti, ragazze in soffici completi bianchi e rossi hanno
già provveduto a dispensare caramelle e leccornie tipiche del periodo; mentre
abeti grandi e piccoli sostano pazientemente all’esterno dei supermercati, in
attesa d’essere adottati e addobbati onorevolmente.
Eppure, nonostante
gli sforzi, nonostante le ambizioni, si ha la costante impressione di vivere
qualcosa di sbagliato, di essere alla presenza di un dettaglio fuori posto. Che
la temperatura atmosferica, prepotentemente avvinghiata ai 20° costanti, può,
da sola, facilmente spiegare.
E così, la spiaggia
di Santa Monica, efficiente termometro comunitario, è, di questi tempi, più
vitale che mai, con il consueto strascico di bagnanti e di costumi, di
asciugamani e di impronte sulla battigia.
Qua l’estate pare non
aver ceduto alla lusinga del riposo e del passaggio di consegne: complici i
raggi inebrianti e il rumore della risacca, ci si pasce tuttora nella
convinzione d’essere in vacanza in qualche esclusiva località balneare.
Ma forse, quando avrà
finalmente inizio la stagione degli acquisti più consumistica dell’anno, il
Venerdì Nero immediatamente successivo al Giorno del Ringraziamento, qualche
cambiamento si percepirà e l’aria, anche all’ombra delle palme, si tingerà di
neve.
E.M., Santa Monica