domenica 1 dicembre 2013

Notizie da Lilliput 148: ... We'll All Dance The Hora...

Le cronache concordano nell’affermare che, per la prossima manciata di migliaia di anni, il Giorno del Ringraziamento non coinciderà mai più con Chanukkah. E le fate di Venice, prontamente, sono corse ai ripari.

Nel ventre caldo e accogliente delle loro case, decorate con gusto e pazienza, hanno chiamato a raccolta gli amici intimi, pittori, scrittori, sciamani come loro, invitandoli a celebrare la doppia ricorrenza, stretti intorno ai bracci sacri della Menorah.

In un caos vitale di risa e miagolii, di gambe e zampe, hanno spiegato il significato ultimo delle molte candele, offrendo generosamente a due dei convenuti l’onore della loro accensione. E recitando, di lì a poco, preghiere di amore e prosperità per tutti.

Qualche volenteroso ha intonato il canto dedicato alla festa, di quando in quando perdendosi nella complessa melodia; mentre altri, ispirati dal suo ardore, hanno cominciato a ballare l’Hora in cerchio, seguendo il ritmo cantilenante del musico improvvisato.

Esaurito il rituale, le instancabili padrone di casa hanno quindi accompagnato i propri ospiti nel giardino segreto, ogni giorno più bello e incantato del precedente, alla volta di una piccola costruzione separata dal resto dell’edificio, apparentemente scaturita da un dipinto di Hopper.

Mentre il sole rapidamente si preparava al meritato riposo, i gaudenti si sono avvicendati intorno ai tavoli colmi del cibo invitante della tradizione americana: tacchino e verdure, patate dolci e torta di zucca hanno così saturato le menti e gli stomaci, concedendo loro, tuttavia, di continuare le tante discussioni intrecciatesi chiassosamente fino a quel momento.

La benedizione, recitata dalle fate in un clima festante da gita scolastica, è calata delicatamente sulle donne e sugli uomini ormai sedutisi, mano nella mano e occhi chiusi, a gioire dell’evento tanto partecipato e atteso.

Di lì a poco il corso della serata, congelatosi nell’attimo solenne, è ripreso più vibrante che mai. Le storie personali si sono fatte aneddoti universali, i piccoli fatti della vita si sono trasformati in gesta epiche, i ricordi di un tempo sono trasfigurati in sceneggiature immortali; mentre ognuno contribuiva in base alle proprie possibilità e fortune.


La notte, frattanto, calata all’improvviso, ha continuato ancora a lungo a custodire e proteggere i convenuti e i loro pari che, nella strada solitamente silenziosa, hanno fatto sentire la propria voce allegra, mescolando realtà e finzione, sonno e veglia, in un alternarsi bizzarro e imprevedibile di suoni e rumori, di sospiri e sussurri.

E.M., Santa Monica