martedì 28 gennaio 2014

Notizie da Lilliput 160: Driving in the Rain

A volte, a furia di guardare con insistenza il cielo nella speranza che le sue nuvole inizino a irrigare i campi troppo a lungo dimenticati, capita di sentire, finalmente, qualche goccia di pioggia cadere tutt’intorno.

Poco per volta, i capelli, i vestiti, l’asfalto si punteggiano di scuro, mentre da ogni dove proviene un coro di voci stupite, colte nelle occupazioni più diverse e sorprese da quest’acqua fuori programma.

Fisiologicamente sprovvisti di ombrelli, gli abitanti di Santa Monica sorridono perciò all’indirizzo gli uni degli altri, uniti, adulti e bambini, dall’assoluta eccezionalità dell’evento.

Gli automobilisti si affrettano verso i propri veicoli, nel timore (sicuramente infondato) di un temporale violento, prossimo a abbattersi sull’incurante cittadina.

È allora che i parabrezza si offuscano e i tergicristalli prendono a lavorare con alacrità, perfino con frenesia, contenti di potersi finalmente sgranchire le membra, anchilosate dalla forzata inattività.

Il traffico, intanto, complice la vicinanza della spiaggia e un prestigioso spettacolo circense, ha già cominciato a ingrossarsi oltre misura, snodandosi tortuoso per le principali direttrici nord-sud e est-ovest.

Qualche intrepido, tuttavia, sfidando quelle innegabili avversità, procede risoluto nell’attuazione del proprio piano domenicale, una rilassante gita lungo la Pacific Coast Highway, a caccia di squali e di avventura.

Ispirato dalla nebbia che, presenza discreta da qualche giorno, si è lentamente impadronita dell’orizzonte e delle montagne in lontananza, il viaggiatore audace punta a penetrarne il manto fitto, perdendovisi dentro.

Gli arbusti spogli che delimitano il suo cammino appaiono e scompaiono in un balletto spettrale, alla maniera dei fuochi fatui di una qualche leggenda irlandese.

Le abitazioni private, rassicuranti ritrovi di attori e attrici in una bella giornata di sole, sembrano ora avere i lineamenti deformati: figure irrisolte, si stagliano a distanza sempre maggiore le une dalle altre, quasi a sottolineare il progressivo passaggio dal mondo della luce a quello della tenebra.

Metri più in basso, in un oceano dalle onde alte e spumose, decine e decine di corpi, surfisti e bagnanti eccitati dal cambiamento meteorologico, costellano il panorama, immergendosi e emergendo con regolarità in vista della riva.


Mentre la pioggia, arrivata all’improvviso a spezzare la monotonia dell’uomo e dell’animale, improvvisamente svanisce, lasciando dietro di sé una bizzarra sensazione di incompiutezza e abbandono.

E.M., Santa Monica