Le prime nuvole, bianche e
gigantesche, talmente grosse da sembrare sul punto di esplodere, fanno la
propria comparsa intorno alle otto e mezzo del mattino.
Fino a quel momento, il cielo
sopra la cittadina di Big Bear Lake è stato terso, immacolato. Così azzurro e
limpido da fare quasi male alla vista.
Oggi, invece, ha deciso di
striarsi di bianco: con un fare civettuolo, ha assunto le sfumature della
montagna sottostante che, ancora innevata, è meta, soprattutto nei fine
settimana, di appassionati di sci e di amanti dello snowboard.
In lontananza, dalle baite e dai
rifugi accoglienti dei dintorni, è possibile percepire distintamente, in mezzo
al tut-tut delle diverse specie di
uccelli di guardia sui rami dei pini, gli strilli di gioia e le urla di
incitamento che, dalla seggiovia, si irradiano per tutto il circondario.
Affacciandosi dalla finestra,
o sorseggiando una tazza di caffè comodamente spaparanzati in terrazza, invece,
ci si può concedere il lusso di individuare le figure, minuscole e scure nella
distanza, di quanti si siano già riversati lungo il pendio, dolce e
apparentemente privo di insidie.
A gruppetti di due o di tre,
talvolta in formazioni di portata eccezionale, talvolta lupi solitari in fuga
dalla civiltà, quegli estimatori della vita all’aria aperta si beano del sole
mite e del lucore incontaminato, grati per l’occasione di indossare, una volta
di più, le tute ingombranti e gli occhiali protettivi.
Più a valle, all’ingresso
solitamente deserto della stazione sciistica, un vigilante dall’espressione
imperscrutabile regola il traffico dei mezzi in entrata: un rapido sguardo
all’ampio parcheggio, infatti, rivela una quantità incalcolabile di berline, di
jeep, di SUV, di qualsiasi marca e colore.
Poco oltre, nel budello che
si insinua tra le varie strutture, tutte, rigorosamente, di legno scuro, una
caffetteria risuona delle voci entusiastiche di chi si prepari a affrontare la
salita o di chi, al contrario, sia appena ridisceso, carico di adrenalina e
desideroso di ripetere l’avventura.
La lunga Club View Drive, la
strada che, dal centro abitato, si avvita intorno ai boschi e alle abitazioni
di villeggiatura, intanto, ha dovuto rassegnarsi, come capita ogni sabato e
come di nuovo capiterà domani, domenica, a un ritmo più rallentato, tipico di
un giorno di riposo e di svago, fatto di giovani impazienti di esibire le
proprie capacità e di famiglie in vacanza col cane e l’infante, di principianti
atterriti all’idea di capitombolare miseramente e di semplici curiosi.
Con buona pace degli
individui che, ancora, non si siano rassegnati alle promesse della montagna e
alla sua voce melliflua e suadente.
E.M., Big Bear Lake